Auto inquinanti, il Cdm blocca il divieto per i diesel Euro5: sarebbe scattato in Piemonte tra una settimana

La misura congela, di fatto, le sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea

Il 15 settembre, in Piemonte, tutti i veicoli diesel Euro5 non avrebbero più potuto circolare. Un blocco definitivo, applicato in 76 Comuni con una popolazione superiore ai 10 mila abitanti. Il Consiglio dei ministri di oggi, 7 settembre, è intervenuto per posticipare l’entrata in vigore del decreto. «Ci siamo riusciti, ma la soluzione non è stata semplice e il risultato non era per nulla scontato», ha esultato Gilberto Pichetto Fratin. Risultato che, secondo il ministro dell’Ambiente, deriva dalle «interlocuzioni avute nelle scorse settimane tra i ministeri competenti e le Regioni del bacino padano, principalmente con il Piemonte». La Regione che ha come capoluogo Torino, in seguito a delle sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea del 2020 e del 2022, «è stata costretta a introdurre la limitazione» della circolazione dei veicoli Euro5. Pichetto Fratin, dunque, ha rivendicato l’utilizzo dello «strumento del decreto» affinché fosse scongiurata «una crisi sociale ed economica di famiglie e imprese, senza tralasciare l’importanza degli impegni assunti con l’Unione europea che primi su tutti vanno incontro anche alla tutela della salute dei cittadini».


Il decreto che gli uffici del ministero dell’Ambiente hanno predisposto prevede, scrivono le agenzie di stampa, «la revisione e l’aggiornamento dei Piani sulla qualità dell’aria da parte delle Regioni che nel 2017 avevano firmato l’Accordo di Programma, al fine di riesaminare i contenuti dei provvedimenti adottati alla luce dei risultati già conseguiti di riduzione delle emissioni inquinanti». Lo stop agli Euro5, ad ogni modo, non è eliminato definitivamente dallo scenario, ma solo posticipato di un anno. Le misure di limitazione per questa categoria di veicoli potrà subentrare «esclusivamente a far data dal 1° ottobre 2024 e in via prioritaria nei comuni superiori ai 30mila abitanti, dotati di un’adeguata rete di trasporto pubblico locale e dove ci sono valori inquinanti alti che possono incidere sulla tutela della salute. Facoltà che viene meno e che diventa un obbligo a partire dal 1° ottobre 2025, sempre nei comuni con le caratteristiche appena citate». Per Pichetto Fratin, nella stesura del decreto, si è dato atto delle «criticità legate all’indisponibilità dei materiali necessari alla produzione di batterie di veicoli elettrici, in grado da assicurare una tempestiva sostituzione dei veicoli Euro5». E ha concluso: «Abbiamo verificato che la tempistica proposta non confliggesse con gli obiettivi del pacchetto Ue “Pronti per il 55%”».


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