Padova, il capo dei vigili urbani indagato per l’autovelox fatto saltare in aria

Durante le indagini per trovare i responsabili il pm ha trovato un’azione poco chiara negli atti

Il comandante dei vigili urbani di Padova Giampietro Moro e un suo assistente sono indagati per l’autovelox distrutto il 9 agosto scorso. Il sistema è stato fatto saltare in aria con una carica di polvere pirica, mentre un’altra macchinetta è stata colpita a fucilate. Gli autovelox si trovavano sulla strada provinciale 307 in entrambe le direzioni di marcia. Il pubblico ministero Benedetto Roberti si è recato nella sede del comune di Cadenoghe e hanno perquisito gli uffici. Sequestrando pc, materiale informatico e cartaceo relativo. Secondo l’ipotesi di accusa, l’iter per l’attivazione dei due autovelox non sarebbe stato effettuato correttamente, dando fra l’altro la possibilità agli automobilisti multati di contestare le sanzioni e di vedersele annullate. Intanto, fa sapere il Quotidiano Nazionale, rimane il mistero sulle 24 mila multe comminate solo a luglio. C’è chi dice di aver ricevuto 55 contestazioni in una settimana. La svolta è arrivata il 9 agosto, con l’attentato. A Cadenoghe e nei comuni limitrofi si è creato il Comitato Altvelox che ha anche dimostrato davanti alla Prefettura. 150 persone a cui il sindaco aveva promesso – ma non fatto – che avrebbe staccato i due autovelox in attesa di capire se nella procedura ci fosse qualche errore. La Procura aveva intanto aperto un fascicolo contro ignoti per l’attentato. Durante le indagini deve essere stata accertata qualche azione poco chiara negli atti dei vigili. E così sono arrivati gli avvisi di garanzia.


Leggi anche: