«Prima dell’aborto la mamma ascolti il battito del feto», polemica contro l’appello del vescovo di Terni

Il vescovo ha invitato ad aderire alla campagna dell’associazione Pro Vita & Famiglia che vorrebbe modificare la legge 194

È polemica contro il vescovo di Terni, Francesco Antonio Soddu, che ha invitato i fedeli della diocesi ad aderire alla campagna “Un cuore che batte», l’iniziativa promossa dall’associazione Pro Vita & Famiglia per una raccolta firme alla proposta di legge di iniziativa popolare sulla legge sull’aborto. Nella lettera pubblicata sul sito della diocesi, Soggiu spiega che non si tratta di una proposta per abolire la legge 194 del 1978, ma per introdurre in quella norma all’articolo 14 la seguente dicitura: «Il medico che effettua la visita che precede l’interruzione di gravidanza ai sensi della presente legge, è obbligato a fare vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso».


La polemica con il movimento femminista

Secondo il vescovo di Terni, lo scopo è solo quello di «accrescere la consapevolezza della donna affinché possa decidere più liberamente e più consapevolmente se ricorrere o no all’aborto. Il suo senso è aiutare la donna a rendersi conto che ciò che ha nel grembo non è un ‘grumo di cellule’ ma una persona umana. Per l’esattezza, la persona di suo figlio». Di parere diametralmente opposto la deputata di Alleanza Verdi e Sinistra, Elisabetta Piccolotti, che accusa Soggiu di mettere in discussione la laicità dello Stato e di volere leggi che «si fondano su alcune convinzioni religiose, invece di rispettare il pluralismo e quindi la libertà di scelta di ogni donna».


Lo scontro

E se da un lato i movimenti femministi protestano, dall’altro aumentano le adesioni all’invito del vescovo. A cominciare dai vertici locali dell’Unione giuristi cattolici e del Movimento cristiano lavoratori: «La difesa della vita fin dall’inizio, la difesa dell’innocente, la difesa della consapevole scelta della donna sono valori ed istituti non solo cristiani – dicono in una nota le organizzazioni cattoliche – ma laici e condivisi dalla Repubblica italiana che nella Costituzione li ha riconosciuti e fatti propri».

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