“La versione di Giorgia”: il libro di Meloni con Alessandro Sallusti

Edito da Rizzoli, arriva oggi in libreria

Dopo i fasti di Io sono Giorgia: le mie radici, le mie idee la premier Meloni torna in libreria. E per il nuovo libro sceglie Alessandro Sallusti. La versione di Giorgia è il titolo, che riprende un tomo cult per il centrodestra ovvero La versione di Barney di Mordecai Richler. Il libro, edito da Rizzoli, arriva oggi 12 settembre in libreria. «In Io sono Giorgia, il libro autobiografico record di vendite edito nell’estate del 2021, l’allora leader del principale partito di opposizione ha raccontato la sua vita, da bambina testarda e sognatrice a donna leader in rampa di lancio con il countdown in corso. Oggi che quel razzo è partito e con sorpresa arrivato preciso a destinazione, per sua volontà quel racconto continua proiettato sul futuro in modo semplice e informale, quasi confidenziale nonostante il ruolo e lo status. Ma determinato, come del resto è lo stile della casa. Così, tanto per fare chiarezza», scrive proprio Sallusti oggi su Il Giornale.


Il record di vendite

Chissà se il libro di Meloni e Sallusti riuscirà a superare il record di vendite di quello del generale Roberto Vannacci. Che finora ha incassato 850 mila euro lordi. Il direttore de Il Giornale oggi racconta la genesi dell’idea. Dice che durante un incontro a Palazzo Chigi per gli auguri di Natale le ha fatto notare che i presidenti del Consiglio non hanno mai scritto libri per raccontare i loro progetti durante l’incarico. La replica di Meloni: «Dovresti sapere che fare quello che hanno fatto tutti gli altri non è la mia specialità». E ancora: «Mi racconta di aver fatto riverniciare le pareti di quella stanza di grigio perla, perché la tappezzeria damascata color oro che c’era prima non si addice alla sobrietà del tempo, e all’immagine che le istituzioni devono dare a chi le frequenta. E che Mario Draghi, come ultimo consiglio prima di uscire definitivamente da quel palazzo, le aveva raccomandato, con un tocco della sua celebre ironia, di tenere le finestre che danno sul trafficato incrocio di largo Chigi sempre chiuse, “perché qui con lo smog che c’è rischi un enfisema in pochi mesi”».


Un palazzo cupo e freddo

Confessa di soffrire un po’ in quel palazzo «molto più cupo di quanto ci si immagini». E che una volta era la residenza dei Chigi, famiglia di banchieri senesi. «Non mi capacito di come qualcuno abbia potuto vivere in un ambiente così freddo». Poi Giorgia parla anche della «spocchia di una sinistra, e di un certo Deep State a essa collegato, che mentre non riesce a ricostruire una sua identità pretende di spiegare alla destra la sua». Infine, Sallusti racconta i giorni passati a scrivere il libro nelle stanze di Meloni: «In fondo, lato corto, un piccolo salotto, un divano e due poltrone foderate di tela bianca. È lì che per lo più ci siamo accomodati intere serate, a volte fino a notte fonda. Io registratore e taccuino, lei a raccontare, tema dopo tema, le sue idee autentiche, le sue visioni, i suoi progetti e le sue speranze».

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