La strana storia delle «mummie aliene» presentate al parlamento del Messico

Le ha presentate un giornalista e ricercatore con una lunga storia di falsificazioni e diffusione di teorie del complotto. Ecco perché potrebbero essere un falso

Se l’obiettivo era svelare al mondo il ritrovamento dei cadaveri di due alieni, la reazione non è stata quella sperata. La presentazione di due «esseri non umani» al parlamento messicano ha generato un mix di sorpresa, incredulità e non poche prese in giro. Ma andiamo con ordine. Ieri, 13 settembre, il congresso messicano ha affrontato per la prima volta la questione della possibile vita extraterrestre. Jaime Maussan, giornalista e ricercatore, ha portato in Aula due presunti cadaveri dal colore grigiastro e con una forma del corpo che ricorda quella umana. Maussan, che sostiene di averli trovati in Perù nel 2017, ha precisato che si tratta di «esseri non umani», ma non necessariamente extraterrestri. «Siamo di fronte – ha spiegato il ricercatore messicano – a una chiara dimostrazione del fatto che abbiamo a che fare con esemplari non umani, non imparentati con nessuna altra specie del nostro mondo e che qualsiasi istituzione scientifica può verificarlo». La notizia è stata accolta con un certo entusiasmo anche in Italia. Ci sono però diverse buone ragioni per credere che si tratti di un falso.


La replica dell’università

Durante l’audizione al congresso, Maussan ha citato l’analisi della datazione al carbonio condotta dall’Università Nazionale Autonoma del Messico che, a suo dire, dimostrerebbe che «questi esseri hanno circa 1.000 anni». L’istituto ci ha tenuto però a fare qualche precisazione: «In nessun caso facciamo conclusioni sull’origine di questi campioni. L’università non è responsabile di alcun uso successivo, interpretazione o rappresentazione errata dei risultati che rilascia». Insomma, è vero che l’analisi della datazione al carbonio sembra confermare l’«età» delle due mummie trovate in Perù. Ma qualsiasi interpretazione successiva, in particolare riferita al carattere non umano o extraterrestre dei due cadaveri, «manca di totale validità».


Chi è Jaime Maussan

C’è poi un altro dettaglio che alimenta i dubbi sulla veridicità di quanto mostrato ieri al congresso messicano. Jaime Maussan, ricorda il sito americano di fact-checking Snopes, ha una lunga storia di falsificazioni e diffusione di teorie pseudoscientifiche. Nel 2015, per esempio, il giornalista messicano – e autoproclamato «ufologo» – ha svelato l’esistenza di una mummia, descritta come appartenente al corpo di un alieno. In realtà, pochi giorni dopo si è scoperto che i resti ritrovati da Maussan appartenevano in realtà a un bambino di due anni morto parecchi anni prima. I ritrovamenti spacciati dal giornalista messicano come prova dell’esistenza degli alieni vengono spesso pubblicati su Gaia.com, un sito web noto per la diffusione di teorie del complotto e pseudoscientifiche, con particolare interesse per le storie di rapimenti degli alieni, cerchi nel grano, avvistamenti ufo e non solo.

Le mummie con tre dita

Per quanto riguarda l’audizione di ieri al congresso messicano, c’è un dettaglio che ha convinto Maussan dell’origine «non umana» dei due cadaveri: il fatto che hanno solo tre dita, e non cinque. In realtà, anche in questo caso c’è un precedente. In un video YouTube del 2017, il sito web Gaia.com parlava della scoperta di sei mummie, ognuna con tre dita delle mani e dei piedi. Il ritrovamento, neanche a dirlo, è stato spacciato come prova dell’esistenza degli alieni sulla Terra. Ma è stato presto debunkato come un falso. Insomma, è ancora presto per determinare se anche le due mummie presentate ieri in Messico siano dei falsi, ma ci sono buone ragioni per prendere la notizia con le pinze.

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