Nel 2008 il tasso Bce era uguale a oggi, ma gli interessi delle banche sono aumentati: i calcoli della Cgia di Mestre

Famiglie e imprese, se i gli interessi fossero quello di 15 anni fa, potrebbero disporre di 14,6 miliardi in più

Circa 14,6 miliardi: questa è la cifra aggiuntiva (netta) di cui potrebbero disporre le famiglie e le imprese se le banche italiane applicassero gli stessi interessi sui depositi in conto corrente del 2008, anno in cui il tasso di riferimento della Bce era lo stesso di oggi. Ne beneficerebbe anche il fisco, dal momento che prelevando sui risparmi potrebbe vedere il gettito crescere di 5,1 miliardi. Questi sono i calcoli, resi noti oggi 16 settembre, dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia). La situazione di 15 anni fa era la seguente: il tasso principale di rifinanziamento della Bce era al 4,25% e i tassi di interesse applicati dalle banche sui depositi erano all’1,87%. Oggi, a parità del costo del denaro stabilito da Francoforte, sono invece allo 0,38%. Il calcolo dei miliardi aggiuntivi è stato fatto sui 1.320 miliardi di risparmi attualmente depositati negli istituti di credito italiani.


I tassi d’interesse, in ogni caso, non sono tenuti bassi solo dalle banche nazionali. Il trend sembra appartenere, in generale, all’Eurozona, come dimostrano i dati di luglio 2023: la media degli interessi applicati sui conti correnti delle famiglie era pari allo 0,27% (-105 punti base rispetto al 2008), mentre in Italia si è attestata sopra, allo 0,28% (-118). In Francia la media è stata dello 0,05% (-13), nei Paesi Bassi dello 0,10% (-70), in Spagna dello 0,12% (-68) e in Germania dello 0,41% (-164).


Il commento della Cgia

Mentre i tassi rimangono bassi, però, i mutui sono più convenienti rispetto al 2008. Sebbene il tasso di riferimento Bce sia lo stesso, il Taeg applicato oggi in Italia a un mutuo è al 4,58%; mentre 15 anni fa si attestava al 5,95%. Ma in questo caso il fenomeno riguarda un numero inferiore di famiglie: a possedere un conto sono poco più di 26 milioni, ma ad avere accesso a un mutuo sono solo 3,5 milioni (il 13% del totale).

La Cgia, rispetto alla tassazione sugli extraprofitti, afferma che una tantum «è auspicabile», e anzi «del tutto in linea con i principi generali richiamati anche nell’art. 2 della nostra Costituzione». Tuttavia, prosegue, «speriamo che il Parlamento la migliori in sede di conversione in legge. Ad esempio, evitando di penalizzare i piccoli istituti di credito che non hanno mancato di dare il loro sostegno alle famiglie e alle piccole imprese. Altresì, come previsto dal Testo unico delle imposte sui redditi, rendendo il prelievo straordinario deducibile dal reddito di impresa».

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