La Bce alza ancora i tassi d’interesse: ora sono ai massimi storici. E Lagarde ammette: «Divisioni tra i governatori, alcuni erano contrari» – Il video

Il tasso sui rifinanziamenti principali sale al 4,5%, quello sui depositi al 4%, sui prestiti marginali al
4,75%. Segnali da Francoforte: potrebbe essere l’ultimo rialzo

La Bce ha deciso di alzare ancora i tassi d’interesse di un quarto di punto percentuale. Il tasso sui rifinanziamenti principali sale così al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al
4,75%. Lo comunica l’Istituto di Francoforte dopo la riunione del board di oggi, giovedì 14 settembre. Quello operato dalla Bce è il decimo rialzo consecutivo dei tassi, una stretta cominciata a luglio 2022 per combattere l’inflazione nell’Eurozona che il Consiglio dei governatori ha valutato dover ulteriormente procedere. Non senza divisioni, con ogni probabilità. Non è un segreto infatti la divisione anche tra i rappresentanti delle Banche centrali dei diversi Paesi tra “falchi” che spingono per continuare sinché l’inflazione non darà segnali inequivocabili di raffreddarsi, e “colombe” che temono che i continui rialzi finiscono per deprimere l’economia (come le previsioni d’autunno della Commissione pubblicate a inizio settimana paiono confermare). Ma al contempo la Bce fa capire nella sua nota a corredo della decisione che quello operato oggi potrebbe essere l’ultimo rialzo nella lunga corsa dei tassi.


Cos’ha detto la Bce

«L’inflazione continua a diminuire, ma ci si attende tuttora che rimanga troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato», scrive infatti la Bce nel comunicato al termine della riunione. «Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine, per questo ha deciso oggi di innalzare di 25 punti base i tre tassi di interesse». Al contempo però, l’indicazione per il futuro ha un tono nuovo. Eccolo: «Il Consiglio direttivo ritiene che i tassi abbiano raggiunto livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale a un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo. Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di interesse di riferimento della Bce siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario». Insomma a meno di ulteriori fiammate dell’inflazione, fa capire la Bce, la corsa dei tassi dovrebbe ora arrestarsi.


L’equilibrismo di Lagarde

Nella tradizionale conferenza stampa seguita alla riunione Bce, la presidente Christine Lagarde non ha voluto tuttavia esplicitamente sbilanciarsi sul sentiero futuro dei tassi: «Non possiamo dire che siamo al picco dei tassi», ha detto rispondendo alle insistenti domande dei cronisti, non paghi della precedente spiegazione dell’ex ministra francese. «Non abbiamo discusso del tempo, siamo dipendenti dai dati. Dobbiamo testare la nostra valutazione di oggi in base alle stime future», era stata la ricostruzione di Lagarde, che aveva ribadito la linea prudenziale della data-dependency già difesa in occasione dei precedenti rialzi. La governatrice non ha nascosto comunque le divisioni in seno al Consiglio direttivo: «C’erano alcuni membri che preferivano un altro tipo di decisione, una pausa», ma alla fine la decisione sul rialzo è stata presa con una «solida maggioranza».

Le previsioni su crescita e inflazione

La Bce ha rivisto parallelamente al rialzo le stime sull’inflazione: al 5,6% nel 2023, al 3,2% nel 2024 e al 2,1% nel 2025, per effetto «dell’evoluzione più sostenuta dei prezzi dell’energia». Quanto alla crescita, invece, questa viene rivista al ribasso: è prevista ora essere in Eurozona allo 0,7% nel 2023, all’1% nel 2024 e all’1,5% nel 2025.

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