Meloni contro la Bce sull’aumento dei tassi: «Discutibile». E alle banche italiane dice: «I vostri extraprofitti sono ingiusti»

Non è intervenuta in conferenza stampa dopo il decreto Asset. La presidente del Consiglio preferisce commentare gli ultimi provvedimenti nella sua rubrica social «Gli appunti di Giorgia»

Ventila un possibile atteggiamento scorretto della Banca centrale europea e critica gli istituti di credito italiani per i guadagni al limite della «legittimità». Giorgia Meloni, sui social, esprime il suo parere sul decreto Asset, approvato dall’ultimo Consiglio dei ministri. Aveva scelto di non commentare i provvedimenti, compresa la tassa sugli extraprofitti bancari, in conferenza stampa. Piuttosto, la rubrica de «Gli appunti di Giorgia» diventa il luogo per rompere il silenzio: «Abbiamo approvato diverse misure importanti – nell’ultimo Cdm -. La più importante è quella che riguarda la tassazione dei margini ingiusti delle banche», esordisce. E argomenta: «Stiamo vivendo una fase economica e finanziaria complicata anche a causa dell’inflazione che si registra in tutta Europa, a cui la Bce ha risposto con un intervento del quale possiamo anche discutere…». Poi, la seconda stoccata al sistema bancario: «In questa situazione difficile è fondamentale che le banche si comportino nel modo il più possibile corretto. Stiamo registrando utili record e abbiamo deciso di intervenire introducendo una tassazione del 40% sulla differenza ingiusta del margine di interesse. Una tassazione che è non una tassa su un margine legittimo, ma una tassa su un margine, appunto, ingiusto».


La presidente del Consiglio aggiunge che le risorse derivanti dal prelievo dai conti degli istituti di credito andranno «a finanziare le misure a sostegno delle famiglie e delle imprese che stanno vivendo un momento di difficoltà per l’alto costo del denaro». Non è precisa su una previsione di gettito, tantomeno sulle misure che beneficeranno delle risorse strappate alle banche. Nello stesso video, Meloni interviene anche sulla questo della revoca del Reddito di cittadinanza: «Il governo non intende tornare sui suoi passi». E sottolinea che le stime di chi avrebbe perso il reddito erano di «300 mila» persone e invece lo hanno perso in «112 mila». E osserva: «Ragionevolmente, significa che hanno già cominciato a lavorare perché sapevano che ad un certo punto non avrebbero più potuto contare sul reddito e si sono rimboccate le maniche e hanno cominciato a cercare un lavoro che hanno trovato».


Infine, sul salario minimo, la leader di Fratelli d’Italia ribadisce di non aver accolto la proposta delle opposizioni poiché «se io stabilissi per legge una cifra minima oraria di retribuzione per tutti, inevitabilmente si collocherebbe nel mezzo. Il salario minimo potrebbe rischiare di essere più basso del minimo contrattuale previsto e rischierebbe di diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo peggiorando molto di più i salari rispetto a chi li migliora». E conclude con un invito alle opposizioni: «Apriremo il confronto e capiremo se c’è il margine di presentare insieme una proposta seria contro i salari bassi che possa fornire i parametri salariali per i lavoratori non coperti dalla contrattazione collettiva, che possa aumentare i controlli per contrastare il lavoro irregolare, i falsi contratti part time e altri reati del genere, e speriamo che su questo si possa arrivare a una risposta seria condivisa e che migliori complessivamente le condizioni dei lavoratori italiani e non migliori quelle di alcuni, peggiorando quelle di altri».

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