Salario minimo, Meloni convoca tutti a Palazzo Chigi: ci saranno Pd, M5s, Azione, +Europa e Avs. Renzi respinge l’invito: «Non abbiamo firmato la proposta» – Il video

In un video sui social, Schlein si augura che la riunione non si riveli «solo una sceneggiata agostana». I 5 stelle accolgono l’invito, ma lamentano di aver appreso dell’incontro solo dai giornali

Ai parlamentari di centrodestra, come spesso avviene, i vertici dei partiti – e che siedono al governo – hanno dato mandato di votare una sospensiva di 60 giorni sulla proposta di legge per introdurre il salario minimo. Togliere la discussione dall’Aula, prendere tempo e, contemporaneamente, elaborare una strategia. La prima mossa dopo il posticipo la compie direttamente Giorgia Meloni. Venerdì 11 agosto, a Palazzo Chigi, la presidente del Consiglio incontrerà, insieme a una delegazione di ministri, i leader di Partito democratico, Movimento 5 stelle, Azione, +Europa e Alleanza verdi sinistra. Mancherà soltanto Matteo Renzi che, attraverso una nota dell’ufficio stampa del partito, spiega: «Italia Viva non parteciperà alla riunione sul salario minimo in quanto non firmataria della proposta. Italia Viva ha già presentato i propri emendamenti alla proposta di legge Conte e li discuterà in Aula. La decisione è stata comunicata personalmente dal senatore Renzi a Palazzo Chigi nella giornata di ieri, 7 agosto».


Appuntamento alle ore 17 nelle stanze della presidenza del Consiglio. Tra i partiti di centrosinistra, c’è chi interpreta l’invito siglato formalmente dal sottosegretario Alfredo Mantovano come un piccolo successo. «Dopo la battaglia che le opposizioni hanno portato avanti insieme in questi mesi, finalmente il governo si è accorto che bisogna discutere di salario minimo», afferma Elly Schlein. La quale, però, esprime rammarico verso la maggioranza perché questa flebile apertura arriva «dopo aver espresso le nostre ragioni per quattro mesi all’interno delle commissioni, nelle audizioni, in Aula e nonostante abbiano scelto in modo grave di votare una sospensiva per rimandare di due mesi la discussione su una misura tanto attesa da 3,5 milioni di lavoratrici e lavoratori che sono poveri anche se lavorano». La segretaria Dem, confermando la partecipazione del suo partito al tavolo allestito a Chigi, parla di «spirito costruttivo» del Nazareno.


Schlein: «Siamo pronti a tornare in Parlamento anche domani per riuscire ad approvare la nostra proposta»

Tuttavia, Schlein assicura che si presenterà da Meloni «senza dimenticare le dichiarazioni della maggioranza di questi mesi, a partire dalla presidente del consiglio che ha definito il salario minimo uno “specchietto per le allodole”, e di chi ha bollato questa misura come “sovietica” o una “forma di assistenzialismo”. Non dimentichiamo queste dichiarazioni e l’atteggiamento tenuto nelle battaglie che abbiamo fatto in Parlamento fino al voto della sospensiva da parte della maggioranza, la settimana scorsa», conclude la segretaria Dem. E critica ancora una volta il timing dell’invito: «Lo fanno adesso questo incontro, in un momento in cui il Parlamento è chiuso e hanno fatto ieri l’ultimo Consiglio dei ministri. Ma noi siamo pronti a tornare in Parlamento anche domani per riuscire ad approvare la nostra proposta. Vediamo quindi se il governo fa sul serio questa volta. Noi siamo disponibili a questo confronto a patto che non sia, questo sì, uno specchietto per le allodole e che non sia una sceneggiata agostana fatta sulla pelle di lavoratrici e lavoratori. Il governo ha avuto davanti la nostra proposta in questi mesi ed è su questa che noi cui aspettiamo risposte».

Il M5s accetta, ma critica i membri del governo: «Non conoscono il galateo istituzionale»

Anche il Movimento 5 stelle polemizza sul metodo con cui si sta arrivando al confronto tra opposizioni ed esecutivo. «Sono mesi che il governo ha avuto la più ampia possibilità di confrontarsi con le opposizioni in Parlamento sul salario minimo legale. Ma gli unici atti concreti sono stati la presentazione di un emendamento per cancellare la nostra proposta di legge e un voto per rinviare di mesi la discussione. Oltre alle esternazioni di Meloni per cui il salario minimo è solo uno “slogan” e del ministro Antonio Tajani per cui questa misura ci porta in Unione Sovietica. Ora apprendiamo, ma solo dalla stampa, di un incontro con le opposizioni a Palazzo Chigi sul salario minimo, a riprova del fatto che al governo non conoscono neanche le regole minime del galateo istituzionale. In ogni caso guardiamo alla sostanza e al problema di quasi 4 milioni di lavoratori sottopagati che attendono la proposta sul salario minimo legale che il M5s promuove da anni». È quanto di si legge in una nota pubblicata dal partito di Giuseppe Conte. Che, venerdì 11 agosto, «ci sarà».

Calenda: «Piena disponibilità», Magi e Bonelli mostrano scetticismo

Azione, a differenza di Italia Viva e quindi slabbrando ancora di più le maglie dell’ormai fragilissimo gruppo parlamentare congiunto, «ringrazia il governo per aver accolto il proprio appello all’apertura di un tavolo di confronto sul salario minimo». Lo rileva Carlo Calenda su Twitter: «Un secondo passo importante dopo il ritiro, da parte della maggioranza, dell’emendamento soppressivo. Diamo la nostra piena disponibilità a incontrare Meloni e invitiamo le altre opposizioni firmatarie a fare lo stesso. La politica non è solo scontro. E noi dobbiamo fare di tutto per arrivare a risolvere il problema della povertà lavorativa. Fine. Questo è il nostro dovere di parlamentari e politici». Riccardo Magi, segretario di +Europa, è più affine alla linea comunicativa dei grillini: «Sul metodo il governo non si distingue per rispetto istituzionale: abbiamo appreso dalle agenzie e dalle tv che la presidente del Consiglio, a meno di una settimana dal voto in Parlamento che con cui la sua maggioranza ha sospeso la discussione sul salario minimo, intendeva convocarci prima ancora di aver ricevuto alcun invito». Ma conferma la partecipazione all’incontro, così come fa Angelo Bonelli di Avs: «I confronti non si rifiutano mai, ma non posso non rilevare che per mesi la maggioranza ha rifiutato qualsiasi tipo di confronto. Ascolteremo cosa avrà da dirci Meloni dopo che ha fatto di tutto per fermare la legge».

Leggi anche: