Salario minimo, Casaleggio si schiera contro la proposta dei suoi (ex) 5 stelle: «Può avere impatti imprevedibili»

Alle 14 di oggi, la commissione Lavoro dovrebbe votare l’emendamento soppressivo della maggioranza che, però, propone una tregua: rinviare la discussione a dopo l’estate

Le opposizioni si sono riscoperte unite, ad eccezione di Italia Viva, attorno a una proposta di legge, ma è bastata un’apertura di Giorgia Meloni alla discussione per fratturare quella rara compattezza. È il salario minimo il tema di giornata. Il testo è al vaglio della commissione Lavoro alla Camera che oggi, 25 luglio, potrebbe votare un emendamento soppressivo del centrodestra. Ma nelle scorse ore la maggioranza ha offerto una tregua: non votare alcun emendamento e rinviare il confronto a dopo l’estate. Carlo Calenda e gli esponenti di Azione hanno concesso il beneficio del dubbio alla mano tesa dalla presidente del Consiglio, le altre forze di centrosinistra no. Movimento 5 stelle in primis. Se non è ancora chiaro cosa accadrà in commissione, è palese invece che i grillini hanno trovato un altro detrattore della proposta. Figlio del cofondatore del Movimento, ritenuto un tempo il deus ex machina dell’innovazione e della digitalizzazione della democrazia: Davide Casaleggio. «Parlare di salario minimo in un momento di forte spinta della produttività grazie a strumenti come l’AI e la robotizzazione può avere impatti imprevedibili».


In un lungo post su Facebook, l’ex fornitore di servizi digitali per i 5 stelle ha fatto una disamina del settore della sicurezza privata. «Un esempio di impresa con paghe molto più basse del salario minimo in discussione, 9 euro lordi l’ora, è Mondialpol, commissariata perché aveva retribuzioni da 5 euro l’ora. Andando a vedere l’ultimo bilancio, tuttavia, si vede come circa la metà dei costi è legata ai dipendenti, 107 milioni su 207 milioni di fatturato e 3,6 milioni di utile. Diventa palese che se il costo del personale dovesse aumentare del 40% circa, l’azienda andrebbe in perdita immediata di oltre 30 milioni l’anno o in alternativa dovrebbe aumentare i prezzi del 40%, sempre che i clienti siano disposti a pagarli, o potrebbe automatizzare il servizio aumentando i servizi di allarme e intervento remoto o, ancora, potrebbe impiegare personale all’estero tramite una partecipata per tutti i servizi in remoto che offre». Come si interseca tutto ciò con l’intelligenza artificiale? Per Casaleggio, esaminando «il principale concorrente, Sicuritalia, la situazione è simile, con un costo del personale circa della metà dei costi totali e un utile del 2% circa. La soluzione “imprenditoriale” in caso di aumento repentino dei costi del personale sembrerebbe automatizzare il più possibile il servizio, ad esempio facendo uscire in strada il personale solo nei casi identificati dall’intelligenza artificiale, o robotizzando la presenza fisica di sorveglianza, negli Usa e in Svizzera sta già avvenendo». E conclude: «Il tema di occupazione, salari e produttività non può essere ridotto ad una guerra di tifoseria politica, ma richiede uno sguardo dall’alto su un tema che è radicalmente cambiato rispetto allo scorso secolo».


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