Elly Schlein e la lotta sul salario minimo: «Sotto i 9 euro l’ora è sfruttamento»

La segretaria del Pd: «Voteremo la sfiducia a Santanchè»

La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein annuncia la lotta sul salario minimo. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera Schlein assicura che anche se il provvedimento verrà bocciato in parlamento il partito avvierà una raccolta firme in tutto il paese. Anche perché il 75% degli italiani è favorevole. «È inaccettabile che la destra volti la faccia da un’altra parte. Il salario minimo è una misura su cui le opposizioni hanno unito le forze per chiedere che non si scenda sotto i 9 euro l’ora. Altrimenti è sfruttamento e non può essere legale». Schlein critica la maggioranza e il governo Meloni: «L’emendamento soppressivo non è un dispetto a noi. Vuol dire calpestare i diritti di tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori che, dai dati Istat, sono poveri anche se lavorano».


L’alternativa alla destra

Schlein nel colloquio con Monica Guerzoni risponde anche a una domanda sull’alternativa alla destra da costruire con Giuseppe Conte e il M5s: «A me ora interessa rilanciare il Pd. Dopo il congresso siamo impegnati a ricostruire una identità chiara, coerente e a ricostruire una credibilità della nostra proposta. Poi continuiamo a essere molto unitari e a cercare convergenze con le altre forze che sono interessate a costruire l’ alternativa alla destra. Al salario minimo possono seguire le battaglie per la sanità pubblica e l’attuazione del Pnrr, occasione irripetibile per l’ammodernamento del Paese. Purtroppo rischiamo di perdere le risorse». E su Daniela Santanchè sostiene: «Le abbiamo chiesto di dimettersi. In Aula ha dichiarato cose false. Non è accettabile. Quando la mozione arriverà voteremo a favore».


Il riposizionamento nel Pd

Infine, Schlein nega che lo spostamento dell’asse del partito a sinistra abbia provocato fratture: «A me sembra invece che il Pd, dalla Direzione nazionale, stia dando una bella dimostrazione di unità. Sulle campagne dell’estate militante, sanità, casa, lavoro, politiche industriali, clima, Pnrr e autonomia differenziata, il partito è unito e compatto. Rispetto le legittime scelte di riposizionamento di persone che fanno parte della classe dirigente. Ma mi interessa soprattutto chi nel Pd sta arrivando».

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