L’affondo di Meloni contro la Bce: «Aumento dei tassi più dannoso dell’inflazione»

Nelle comunicazioni prima del Consiglio Europeo i riferimenti anche al Mes: «L’interesse dell’Italia è affrontare il negoziato sulla governance europea, dove si discuta nel complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale»

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è presentata in Aula alla Camera per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani e venerdì con un discorso pieno di riferimenti su vari argomenti sensibili e, subito dopo, si è recata al Senato per consegnare il testo delle comunicazioni. Il tema più delicato affrontato nel discorso è probabilmente il dibattito sul Mes e la sua riforma (il dibattito dovrebbe svolgersi in aula il 30 giugno ma è quasi certo il rinvio). Meloni tiene il punto, parlando di metodo da affrontare persino prima del merito: «Non reputo utile all’Italia alimentare una polemica interna sul Mes. L’interesse dell’Italia è affrontare il negoziato sulla governance europea, dove si discuta nel complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale. Prima ancora di una questione di merito c’è una questione di metodo su come si faccia a difendere l’interesse nazionale». Molto duro l’intervento sul rialzo dei tassi di interesse confermato dalla Bce ieri e già aspramente criticato dal resto del governo: «L’inflazione è tornata a colpire l’economia, è un’odiosa tassa occulta che colpisce soprattutto i meno abbienti. È giusto combatterla con decisione ma la semplicistica ricetta dell’aumento dei tassi intrapresa dalla Bce non appare agli occhi di molti la strada più corretta. Non si può non considerare il rischio che l’aumento costante dei tassi sia una cura più dannosa della malattia».


Ucraina e difesa europea

«Anche il prossimo Consiglio europeo, il quarto da quando si è insediato il nuovo governo, ha in agenda sfide prioritarie per l’Unione europea: l’aggressione all’Ucraina, la sicurezza, la difesa, la migrazione», ha esordito la premier all’inizio del suo intervento. Ricordando anche che la difesa della sicurezza e della libertà «non può prescindere dal partenariato strategico fra Ue e Nato. In vista del vertice Nato a Vilnius, domani prima dell’avvio dei lavori del Consiglio è previsto un incontro di lavoro con il segretario generale della Nato Stoltenberg». Meloni ha poi ribadito il convinto sostegno del governo e dell’Unione Europea nei confronti dell’Ucraina: «L’Italia ha seguito con grande attenzione gli sviluppi della crisi interna alla Federazione Russa. Mi limito a notare come questo episodio ha contribuito a far emergere le difficoltà della sistema di potere di Putin. e a smontare la narrazione russa secondo cui in Ucraina sta andando tutto secondo i piani». Infine, la premier ha detto di sentirsi segnata dai rapimenti dei bambini denunciati da Kiev: «L’Italia continuerà a sostenere gli sforzi volti a garantire che i crimini internazionali commessi nell’aggressione all’Ucraina siano perseguiti, in primis attraverso il lavoro indipendente della Corte penale internazionale. Penso al rapimento e alla deportazione in Russia di migliaia di bambini di cui non si hanno più notizie: da madre è uno degli aspetti che più mi hanno segnato».


L’immigrazione

Poi Meloni ha espresso cordoglio per la tragedia dei migranti sulle coste greche. E ha rinnovato l’impegno «a stroncare il disumano traffico di esseri umani che continua a mietere vittime». L’aula ha applaudito: «Si comincia a comprendere che se si vuole affrontare alla radice il problema della migrazione ci si deve porre il tema dello sviluppo dell’Africa. Una vasta regione che possiede risorse, a partire da quelle energetiche, cruciali per l’Europa, che tuttavia dovrebbero andare prima di tutto a beneficio dei popoli che ne sono detentori». Ma soprattutto, secondo la premier, «la migrazione è una sfida europea e richiede risposte europee e si fa sempre più strada l’approccio che mira a superare la contrapposizione tra movimenti primari e secondari, Paesi di primo arrivo e di destinazione».

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