Genova, avvocata condannata: «Voleva uccidere la sua benefattrice con un rito voodoo»

L’86enne aveva nominato sua unica erede la professionista Barbara Raimondo: la donna le aveva anche sottratto un milione di euro

Non le bastava esser stata nominata unica erede del ricco patrimonio dell’anziana di 86 anni, amica di famiglia, che nel frattempo le aveva già affidato tutto come amministratrice di sostegno. Per l’accusa, Barbara Raimondo, 58 anni, avvocata e figlia di un principe del foro, voleva affrettare i tempi e per questo si era rivolta a una maga: le avrebbe chiesto un rito voodoo per uccidere l’anziana benestante e l’avrebbe poi richiamata per capire se avesse avuto effetto. Ma la legale, sempre secondo la procura, negli anni aveva già sottratto alla donna un milione di euro. Perciò la giudice per l’udienza preliminare Paola Faggioni ha confermato in primo grado le accuse del pm Walter Cotugno, condannando con rito abbreviato l’avvocata Raimondo a 5 anni di carcere per peculato e falso e ordinando 18 mesi di libertà controllata per la storia della stregoneria. Questo perché si tratta di un “reato impossibile”, previsto dall’articolo 49 del codice penale: ovvero la donna ha provato a commettere un delitto, uccidere con un rito voodoo, giudicato non realizzabile e per questo non può essere soggetta a condanna ma può essere punita con una misura di sicurezza. L’inchiesta era scattata dopo la segnalazione dell’ufficio del tribunale che si occupa degli amministratori di sostegno. L’avvocata ha sempre sostenuto la legittimità dei suoi prelievi sul conto dell’amica, erano la sua eredità, una forma di riconoscenza da parte dell’anziana.


Cosa chiedeva la difesa

Le prove portate dalla procura a supporto dell’accusa di peculato erano impossibili da smontare, per questo la difesa sostenuta da Alessandro Vaccari e Andrea Vernazza non ha neanche provato a contestarla. Le intercettazioni evidenziano le operazioni condotte negli anni da Raimondo, che ha anche provato a risarcire l’anziana del milione sottratto e a provvedere al suo mantenimento nella Rsa dove era ospitata, promesse mai mantenute. «La mia assistita ha agito con leggerezza ritenendo di avere la disponibilità di questi beni. Ma poi ha anche cercato di risarcire l’anziana: le abbiamo offerto due appartamenti, uno a Santa Margherita e uno a Genova, che valgono molto più di un milione di euro. Ma la parte civile li ha rifiutati», sostiene l’avvocato difensore Alessandro Vaccari. Il legale si è ritenuto comunque soddisfatto dalla condanna a 5 anni, il pm ne aveva chiesti 6, perché la giudice «ha concesso le attenuanti generiche proprio per il tentativo di risarcire la signora». Nelle intercettazioni è però uscita fuori anche la storia del voodoo: «Speravamo che questa accusa cadesse. Diciamo che la mia assistita, dal punto di vista psicologico, aveva un atteggiamento particolare nei confronti dell’anziana signora: è un’amica di famiglia, era stata la sua procuratrice generale ed è stata indicata dalla stessa donna come unica erede. Raimondo crede alle maghe, ma riteniamo che in appello questa accusa venga meno perché francamente è tutto molto difficile», ha precisato l’avvocato. L’86enne in tutto questo è «molto provata», ha spiegato il legale della donna Paolo Dogliatti, anche perché aveva così tanta stima e fiducia in Raimondo da averla nominata sua erede. Fiducia che non è stata ripagata. L’avvocata, in attesa dei prossimi gradi di giudizio, dovrà ora affrontare la condanna, la confisca dei beni da parte della Guardia di Finanza e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.


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