Francesco Corsiglia: perché l’amico di Ciro Grillo è indagato per violenza sessuale «di lieve entità»

Avrebbe spostato la spallina dal top di una ragazza facendola rimanere seminuda in discoteca

Nei confronti di Francesco Corsiglia, l’amico 24enne di Ciro Grillo a processo con lui in Sardegna, c’è un’altra accusa di violenza sessuale. Ma stavolta è «di lieve entità». Tutto, racconta oggi La Verità, comincia nella discoteca Estoril che si trova sul lungomare di Genova. Il giovane scambia qualche parola con una cittadina genovese. Lei è una sportiva agonista e ha un piercing sul capezzolo. A un certo punto Corsiglia sposta la spallina dal top facendo scoprire il seno della giovane. Che rimane seminuda in pista davanti al personale del locale. A quel punto lei, 19 anni, reagisce con veemenza. E arriva a «usare la forza» contro Corsiglia. Scatenando un parapiglia che alla fine attira l’attenzione di due carabinieri presenti nel locale.


Le accuse della ragazza

A quel punto, racconta il quotidiano, Corsiglia si scusa con la ragazza. Che in un primo momento sembra volerla chiudere lì. Ma poi lei stessa si reca nella caserma di Forte San Giuliano per denunciarlo. Facendo così scattare le procedure per il codice rosso. La querela ora è nelle mani della procura di Genova. Il pm Federico Panichi indaga Corsiglia per violenza sessuale «di lieve entità». Poi invia all’indagato l’avviso di conclusione indagini. Che è notoriamente un possibile preludio alla richiesta di rinvio a giudizio. Corsiglia è a processo per un presunto stupro avvenuto a luglio 2019 in Sardegna, insieme a Grillo jr, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. La vittima è una studentessa italo-norvegese di 21 anni in un residence di Cala di Volpe, in uso alla famiglia Grillo.


Il processo

Il processo di Tempo Pausania intanto prosegue. Il 22 e il 23 settembre è in programma l’ascolto di una testimone. Un’amica della vittima è stata ascoltata a marzo. Gli avvocati delle difese ripresenteranno la richiesta di rinnovazione del dibattimento che avevano avanzato per risentire in aula alcuni testi già ascoltati. Come previsto dalla riforma Cartabia in casi come questo.

Foto copertina da: Corriere della Sera

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