Il piano della rapina dietro l’omicidio della madre del titktoker De Caprio, nuove accuse per la vicina: «Le sfilò anche la fede nuziale dal dito»

In carcere per l’omicidio della 72enne Rosa Gigante, la vicina di casa deve rispondere anche dell’aggravante della premeditazione e di rapina

Stefania Russolillo aveva tentato per tre volte di entrare nella casa di Rosa Gigante, madre 72enne del salumiere tiktoker Donato De Caprio uccisa lo scorso aprile a Pianura, in provincia di Napoli. La donna avrebbe chiesto più volte alla vittima nel mese precedente il numero di telefono della parrucchiera del quartiere, ma in realtà secondo gli inquirenti aveva pianificato di rapinare Gigante, nella convinzione che avrebbe trovato ingenti somme di denaro, probabilmente immaginando che la donna avesse in casa in contanti i proventi dell’attività del figlio. Nella nuova ordinanza cautelare notificata ieri 19 settembre dalla polizia, la 47enne deve rispondere anche dall’aggravante della premeditazione, oltre che dei reati di rapina e tentativo di occultamento di cadavere.


Dalla casa di Gigante, Russolillo aveva rubato la fede nuziale, sfilata dal dito della donna e 150 euro in contati, quanto aveva trovato in casa. La donna una volta riuscita a entrare in casa della vicina l’ha tramortita sbattendole la testa contro il muro due volte, l’ha poi strangolata con un ubichino dell’aerosol staccandola dalla macchinetta che è stata poi ritrovata in casa sua. Nella speranza di cancellare le sue impronte, la donna aveva preso un liquido infiammabile trovato in casa della vittima e ha dato fuoco all’anziana in fin di vita. Secondo la perizia psichiatrica richiesta dal giudice, Russolillo è stata considerata capace di intendere e volere ma con «tratti di disturbo di personalità dipendente». La donna in passato era stata in cura in un centro di salute mentale per dipendenza dall’alcol.


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