«Non mi sono sottratto a questa prova ma sapendo che quanto accaduto qui nei giorni scorsi ha rappresentato il punto di arrivo di una serie di omissioni e di guasti, di omissioni e irresponsabilità». È con questa strigliata al Parlamento che il 22 aprile 2013 Giorgio Napolitano – morto oggi 22 settembre all’età di 98 anni – diventa il primo presidente della Repubblica nella storia italiana a essere eletto per un secondo mandato. Un incarico accettato per senso di responsabilità, ma non senza un rimprovero alle forze politiche. Nel suo (secondo) discorso di insediamento, Napolitano parla di «imperdonabile nulla di fatto sulla riforma elettorale» e denuncia «convenienze, tatticismi e strumentalismi» che a suo dire hanno paralizzato il Paese. Poi l’esortazione a formare un esecutivo al più presto. Un appello, quest’ultimo, che le forze politiche raccolgono immediatamente, dando vita nei giorni successivi al governo di larghe intese guidato da Enrico Letta. Nonostante il duro rimprovero ai partiti, il discorso di Napolitano viene accolto da uno scrosciante applauso del Parlamento riunito in seduta comune. Qualche settimana più tardi, in una video-intervista concessa in esclusiva a Eugenio Scalfari, Napolitano dichiarerà: «Abbiamo vissuto un momento terribile. Abbiamo assistito a qualcosa a cui non avevamo assistito. Ho detto di sì per senso delle istituzioni. Ho ritenuto che si trattasse di salvaguardare la continuità istituzionale».
Credits foto: ANSA/Giuseppe Lami | Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante il giuramento del suo secondo mandato (22 aprile 2013)
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