Il rapporto sulla sicurezza nelle scuole: «In un anno 61 crolli». L’allarme di Cittadinanzattiva: «I fondi del Pnrr non sono sufficienti»

Le risorse destinate dal Piano ammontano a 12,66 miliardi. Una cifra insufficiente – secondo l’organizzazione – per ridare un nuovo volto agli edifici scolastici

«I fondi del Pnrr non sono sufficienti per mettere in sicurezza le scuole». È l’allarme lanciato da Cittadinanzattiva che ha presentato oggi – sabato, 23 settembre – il XXI Rapporto sulla sicurezza nelle scuole. Le risorse destinate dal Piano ammontano a 12,66 miliardi. Una cifra insufficiente – secondo l’organizzazione – per ridare un nuovo volto agli edifici scolastici, dove tra settembre 2022 e agosto 2023 si sono verificati 61 crolli, un numero «mai raggiunto in questi ultimi 6 anni», spiega Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva. Tali episodi, verificatasi per il 39% al Sud e nelle isole, il 38% al Nord e per il 23% al Sud, hanno provato il ferimento di sei studenti, un’insegnante, una collaboratrice scolastica, oltre che danni agli ambienti e agli arredi e interruzione della didattica.  «Scendendo nel dettaglio – sottolinea Bizzarri –  si scopre che i fondi del Pnrr non basteranno e che sarà necessario prolungare gli investimenti negli anni a venire». Per quanto riguarda la messa in sicurezza e la riqualificazione delle scuole, nella programmazione iniziale erano previsti «3.400 progetti già in essere e 500 nuovi» per un totale di 3,9 miliardi. Ma a causa dell’aumento dei prezzi e delle materie prime, il numero previsto di edifici – si legge nel documento del Governo Meloni dello scorso 27 luglio – verrà diminuito. Anche per quanto riguarda il numero di 212 nuove scuole approvate su tutta la Penisola, «le domande pervenute – sottolinea Cittadinanzattiva – erano state più del doppio ossia 543 e ad oggi il rischio – continua – è che la reintroduzione dell’appalto integrato rischi di snaturare parte dei progetti innovativi inizialmente presentati». Il rischio per i professionisti legato all’appalto integrato riguarda il fatto che «affidare allo stesso operatore sia la progettazione che l’esecuzione dei lavori vuol dire demandare a chi costruisce il compito di sviluppare il progetto nella consapevolezza che gli interessi economici prevarranno su quelli qualitativi».


Gli asili nido e le scuole dell’infanzia

Un’altra questione è quella legata ai fondi per gli asili nido e per le scuole dell’infanzia previsti dal Pnrr. «Ai 2,4 miliardi per asili nido e ai 600 mln per scuole dell’infanzia, previsti dal Pnrr, si aggiungono ulteriori 108 milioni dal Ministero dell’Istruzione e 900 milioni per la loro gestione». Si dovrebbe, così arrivare ad un totale di 2.230 strutture e 264.480 posti e raggiungere l’obiettivo del 33% di bambini inseriti al nido. Tuttavia, nel frattempo – si legge ancora nel Rapporto – il Consiglio d’Europa ha spostato l’asticella al 45% da raggiungere entro il 2030. 


Per un terzo dei docenti c’è poca sicurezza

Infiltrazioni di acqua, crepe e tracce di umidità. È il quadro segnalato da docenti e personale scolastico nelle scuole di tutta la Penisola. Gli edifici costruiti prima del 1976 sono il 47% e solo l’11% circa è progettato secondo la normativa antisismica, su appena il 3% sono stati effettuati interventi di adeguamento e miglioramento sismici. In netto aumento il numero di edifici progettati secondo la normativa antisismica: 11%. Circa il 58% è privo del certificato di agibilità, il 55% di quello di prevenzione incendi, il 41% del collaudo statico. In base al report di Cittadinanzattiva, inoltre, un terzo dei 588 docenti e dirigenti intervistati ha segnalato situazioni di inadeguatezza rispetto alla sicurezza della propria scuola, uno su cinque dichiara di non averlo fatto (21%) oppure che alla segnalazione non è seguito un intervento di sistemazione (12%).

Gran parte degli edifici presenta, però, in base a quanto segnalato dai docenti, tracce di umidità (42%) e infiltrazioni di acqua (33%), insieme a distacchi di intonaco (36%) e crepe (23%). A causa del Covid, inoltre, numerosi spazi sono stati sacrificati, per aumentare il numero di aule, e ancora oggi non tutti sono stati ripristinati: in particolare, non risultano ancora riutilizzabili laboratori (57%), aule multiuso (46%), biblioteche (36%), refettori (19%). «Chiediamo che si provveda con urgenza ad effettuare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria da parte degli enti locali per prevenire il ripetersi incontrollato degli episodi di crolli strutturali. Indispensabile l’aggiornamento frequente della Anagrafe dell’edilizia scolastica e l’integrazione nella stessa delle informazioni sugli asili nido. Torniamo a chiedere la ripresa degli incontri periodici dell’Osservatorio nazionale sull’edilizia scolastica perché eserciti il suo ruolo di indirizzo e coordinamento sia in relazione al Pnrr che alla programmazione triennale ordinaria, che nella diffusione della cultura della sicurezza», conclude la coordinatrice nazionale dell’organizzazione.

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