Strasburgo, sei giovani fanno causa a 32 paesi (compresa l’Italia) per il cambiamento climatico: al via il processo alla Cedu

La posta in gioco è molto alta: potrebbe esser il primo caso sul clima ad essere depositato presso la Corte europea dei diritti umani

Sei giovani portoghesi tra gli 11 e i 24 anni hanno fatto causa a 32 governi per non aver affrontato l’emergenza climatica provocata dall’uomo. Oggi, 27 settembre, inizia il processo a Strasburgo davanti alla Corte europea dei diritti umani. Non passa inosservata l’assenza della Russia, chiamata anch’essa a comparire. Si stima che le persone che assisteranno all’udienza saranno almeno 600. 80 gli avvocati che saranno presenti in aula, in rappresentanza dei governi citati in giudizio. La posta in gioco, infatti, è molto alta considerato che potrebbe esser il primo caso sul clima ad essere depositato presso la Corte europea dei diritti umani e il più grande su un totale di tre cause sul tema che la Corte sta esaminando. La Grande Camera sarà composta da 17 giudici.


La causa

Gli stati accusati di non aver rispettato gli impegni presi con l’accordo di Parigi sul clima nel 2015 sono tutti i 27 europei – quindi anche l’Italia -, oltre alla Russia, la Turchia, la Svizzera, la Norvegia e il Regno Unito. In attesa dell’udienza, di fronte ai cancelli della Corte sono spuntati diversi cartelli in più lingue a sostegno dell’azione dei sei giovani portoghesi. Tra questi anche alcuni in italiano. «Cosa c’è di più bello della speranza dei giovani che lottano per il loro futuro?», recita uno. L’idea dei sei ragazzi è iniziata sei anni fa nel 2017 a seguito dei devastanti incendi che bruciarono migliaia di ettari del Portogallo, provocando centinaia di morti. La causa venne poi intentata nel 2020 a seguito di un crowdfunding. Se il dossier sarà ritenuto ammissibile, la decisione potrebbe arrivare nella migliore delle ipotesi nel 2024.


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