Lo scontro tra Marco Travaglio e il pm anticamorra (che processò Berlusconi) sulla nomina di Gratteri a procuratore di Napoli

La lettera di Fabrizio Vanorio e la replica del direttore de “Il Fatto Quotidiano” sul giornale di oggi

Fabrizio Vanorio, pm di Napoli e componente esecutivo di Magistratura democratica che sostenne con John Woodcock l’accusa contro Silvio Berlusconi nel processo sulla compravendita dei senatori – chiuso poi con la prescrizione del reato – ha scritto una lettera a Marco Travaglio. Al centro della missiva c’è l’editoriale – datato 14 settembre – del direttore de il Fatto Quotidiano sull’esito della nomina del procuratore di Napoli. Se la prende con la definizione data da Travaglio a coloro che non hanno votato al Csm per Nicola Gratteri, ovvero «vittime di un disastro mentale e culturale prima ancora che politico». Una visione con cui Vanorio dissente del tutto.


La lettera di Vanorio

«Si è trattato soltanto della scelta di votare altri ottimi magistrati, come lei stesso definisce la procuratrice reggente a Napoli, Rosa Volpe, che in realtà non è affatto “molto meno titolata” del candidato nominato, se solo si pensi che ha coordinato per anni la Dda di Napoli che, da sola, ha più pm di tutta la Procura di Catanzaro», scrive il pm anticamorra al direttore. «In magistratura, per fortuna, le qualifiche contano meno della sostanza delle funzioni svolte in concreto, lo dice la Costituzione, che speriamo questa maggioranza politica non riesca a peggiorare. Io non so, poi, se ci siano attualmente colleghi “fuoriclasse” come si dice nello sport, ma se lo è Gratteri, lo è anche Rosa Volpe, pur se molto schiva con i media», prosegue sottolineando anche la competenza a suo avviso spiccata dei procuratori Francesco Curcio e Aldo Policastro. «Dunque – incalza – il Fatto potrebbe chiedere alle correnti conservatrici dei magistrati e ai laici di centrodestra come mai non hanno votato in Commissione questi due candidati, peraltro profondi conoscitori del territorio napoletano e delle organizzazioni camorristiche». E – aggiunge – «lo si deve chiedere anche ad Area, gruppo che pure era presente in commissione, a differenza di Md. Curcio e Policastro hanno comunque fatto indagini su esponenti politici di rilievo nazionale, dalla corruzione di parlamentari agli appalti: per giunta non sono allineati al governo sulla tolleranza zero per i reati da strada».


La replica di Travaglio

Non si è fatta attendere più di tanto la replica di Marco Travaglio che sul Fatto di oggi precisa di non dubitare della qualità dei candidati della Procura di Napoli citati dal pm. «Ma – risponde – continuo a ritenere un disastro mentale, culturale, politico e, aggiungo ora, morale quello dell’intera sinistra politica e giudiziaria che si è dissociata dalla nomina di Gratteri, più titolato di loro per esperienza direttiva, anzianità di servizio e storia professionale, a guidare la Procura di Napoli». Se c’è un aspetto in particolare su cui non ha intenzione di lasciare spazio a discussioni è l’idea di un Gratteri «allineato» su alcuni aspetti con l’attuale governo. «È una barzelletta irresistibile, come dimostra – ove mai ve ne fosse bisogno – anche l’intervista che ci ha rilasciato l’altro giorno. Io non l’ho mai visto allineato a nessuno, diversamente da tanti suoi colleghi che, quando la giustizia veniva devastata da ministri di centrosinistra o dal duo Cartabia-Draghi, dormivano, o tacevano, o acconsentivano», conclude il direttore.

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