L’allarme di Confindustria sul Pil italiano: «Il credito è in caduta libera insieme alla liquidità»

Secondo gli industriali, all’origine del calo del Pil ci sono l’inflazione e la politica del rialzo dei tassi della Bce

«Al calo di industria e costruzioni si affianca la battuta d’arresto nei servizi». Sono queste le ragioni individuate da Confindustria per spiegare il calo del Pil Italiano del secondo trimestre di quest’anno e le attese «non migliori» previste per terzo e quarto trimestre. Gli industriali sono critici della politica della Bce, che negli ultimi mesi ha costantemente e regolarmente aumentato i tassi d’interesse, facendo crescere il costo del denaro e di conseguenza abbassando l’inflazione che sta effettivamente calando, seppur lentamente secondo il giudizio degli industriali. Il tasso è passato dal 10% di gennaio 2023 rispetto al gennaio 2022, al 5,4% di agosto 2023 rispetto allo stesso mese dello scorso anno. L’altra faccia della medaglia è un rallentamento dell’economia: «Il credito è in caduta insieme alla liquidità, il costo dell’energia torna a salire. Ne risentono consumi e investimenti, mentre latita la domanda estera», scrive Confindustria nella congiuntura flash di fine settembre.


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