La soluzione contro il caldo record per Carlo Bonomi (Confindustria): smart working e cassa integrazione

L’intervista a Sky Tg24: usare un protocollo come durante il Covid-19

«Serve un protocollo per cassa integrazione e smart working per i lavoratori, come durante il Covid-19». A parlarne è il presidente di Confindustria Carlo Bonomi parlando, a Star su Sky Tg24, del tema della tutela dei lavoratori in queste giornate di caldo estremo. «Pensare di dover mettere a rischio la propria vita perché si va al lavoro è qualche cosa che devi fa riflettere tutti, non è un tema solo delle associazioni datoriali, è un tema dei sindacati ed è un tema del governo», dichiara. Il presidente di Confindustria spiega che il protocollo da raggiungere con i sindacati, sul modello di quello per il Covid, dovrebbe «consentire delle soluzioni straordinarie in questo periodo che possano coprire tutta la platea dei lavoratori». Oltre alla cassa integrazione per i lavori più impattati dalle ondate di calore, si sta parlando – sottolinea – «anche di smart working, quindi allargare di nuovo la possibilità di ricorrere a questa tipologia di lavoro, in modo da consentire ai lavoratori di non spostarsi e rimanere proprio le proprie abitazioni».


Bonomi boccia il Pnrr «non va nella giusta direzione» (e non solo quello)

Per Bonomi il Pnrr «non va nella giusta direzione». La transizione energetica è «sicuramente una grande opportunità» ma deve andare di pari passo con «la sostenibilità sociale ed economica, se no crolla tutto». Il numero uno di Confindustria cita lo stop alle auto a combustibile previsto per il 2030: «Se spengo 70mila posti dell’automotive, non è che il giorno dopo ne trovo altri 70mila. Bisogna ricollocare i lavoratori, formarli. È questo il problema: l’Europa non ha considerato questi temi». «Alla fine dell’anno – aggiunge – l’inflazione scenderà tra il 3 e il 4%». «Veniamo da un decennio di tassi negativi. Era inevitabile che la situazione cambiasse». «Ma non ci convince questa politica dei tassi, soprattutto quella degli annunci sui tassi: spaventa i mercati», sottolinea. «Avevamo stimato che l’inflazione alla fine di quest’anno sarebbe stata tra il 5 e il 6%. Ora abbiamo rivisto le stime, potrebbe essere tra il 3 e il 4%. Ma non è merito delle politiche della Bce, la storia insegna che l’inflazione non si abbassa alzando i tassi», dice Bonomi.


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