L’Ucraina punta a diventare l’«hub europeo degli armamenti»: perché per gli alleati è una buona notizia

Al primo Forum internazionale di settore a Kiev si sono presentati 252 produttori di armi ed equipaggiamenti

L’Ucraina vuole diventare l’hub europeo degli armamenti. Significa che Kiev sta lavorando con investitori, Paesi e produttori di armamenti per far nascere sul proprio territorio impianti di produzione di droni, carri armati, cannoni e altri strumenti bellici, in modo da sviluppare non solo l’industria, ma anche il know-how necessario a mantenerla aggiornata e produttiva, in un progetto che potrebbe portare «l’Ucraina a diventare l’Israele d’Europa», per dirla nelle parole degli analisti militari più esperti. Il nome ufficiale dell’iniziativa lanciata dal presidente Volodymyr Zelensky è Alleanza delle industrie della Difesa. È il primo forum internazionale del settore: a Kiev si sono presentati 252 produttori di armamenti ed equipaggiamenti che hanno ascoltato le parole del leader del Paese invaso dalla Russia.


Il forum internazionale a caccia di investitori

«L’Ucraina nel futuro prossimo vuole essere insieme hub della tecnologia bellica occidentale più avanzata e prima utilizzatrice delle forniture realizzate nel suo stesso territorio», spiegano ancora gli analisti citati da Repubblica. L’intenzione è di passare dalla condizione di importatrice di armi a quella di nazione esportatrice. Ad ascoltare le parole di Zelensky c’erano decine di imprenditori, oltre a numerose figure istituzionali, tra cui il ministro della Difesa francese a Sébastien Lecornu. Diversi inglesi e tedeschi. Moltissimi turchi e pochissimi italiani: la Sic Navy attiva nella nautica e FAE Group che fabbrica macchine da sminamento. Alla fine Kiev ha raccolto 38 adesioni da altrettanti fornitori di 19 diverse nazionalità.


Una situazione win-win

C’è la turca Baykar, intenzionata ad aprire in Ucraina una fabbrica di droni da combattimento da 300 dipendenti. Il vantaggio risiede nella migliore comunicazione, oltre che nella crescita economica data degli investimenti. Grazie al feedback fornito dai militari al fronte, sarà possibile apprendere rapidamente cosa funziona e cosa no, per poi apportare le dovute modifiche in breve tempo direttamente in Ucraina. Il Paese ha appreso nei mesi di guerra ad utilizzare le armi Nato, anche se il proprio arsenale è in gran parte ancora quello sovietico. Grazie alle collaborazioni, la tecnologia dell’alleanza atlantica entrerà direttamente in Ucraina. Ad operare in questa maniera sono già la britannica Bae Systems, produttrice di cannoni leggeri, e la tedesca Rheinmetall, che fabbrica carri armati e altri mezzi blindati. I vantaggi – come ha ricordato Lecornu a Zelensky – ci sarebbero anche per i Paesi che ora stanno fornendo armi gratuitamente, dato che con la partnership industriale questi ricomincerebbero a guadagnare. Anche Biden ha dato il via libera.

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