Il patto dei figli di Berlusconi sull’eredità: così il Fisco rischia di restare a zero

A parte l’imposta di registro. Ma gli eredi sono pronti a chiedere l’esenzione

L’eredità di Silvio Berlusconi è valutata tra i 5 e i 6 miliardi di euro. Ma per il fisco italiano rischia di diventare un flop. Perché il patrimonio netto degli eredi ammonta solo a 458 milioni di euro. Lo ha certificato la sua pubblicazione, arrivata dal notaio Mario Notari di Milano. Del totale una somma pari a 423 milioni riguardano le varie holding che controllano Fininvest. Gli investimenti immobiliari ne valgono 35. Nel totale ci sono le tre ville intestate all’ex premier e un box a Trieste, eredità di un cittadino. Queste sono le cifre in base alle quali sarà calcolata l’imposta di successione, se verrà riscossa. A parte gli 81 mila euro di imposta di registro. Ma, spiega oggi la Repubblica, gli eredi chiederanno l’esenzione. Possono farlo, spiega il quotidiano, in base alla legge.


L’imposta di successione

Il testo unico sull’imposta di successione del 1990 infatti prevede che i trasferimenti a favore dei discendenti e del coniuge di aziende o di rami di esse, di quote sociali e di azione non siano soggetti all’imposta. Questo però solo a condizione che aventi causa proseguano nell’attività di impresa per almeno cinque anni. Altrimenti dovrebbero pagarla per intero. Ecco perché il fisco rischia di restare a bocca asciutta. Un patto tra i figli di Berlusconi infatti prevede esattamente questo. Al punto 5) dell’Accordo tra di loro «gli eredi si obbligano reciprocamente, altresì, a non alienare quote di alcun cespite compreso nel Relictum per il termine di 5 anni dall’aperura della successione e quindi sino al 12 giugno 2028».


L’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate dovrà decidere se accettare o meno la richiesta di esenzione. In caso di risposta positiva (molto probabile), i cinque eredi Marina, Barbara, Pier Silvio, Luigi ed Eleonora dovranno pagare 1,4 milioni di imposte, ovvero il 4% dei 35 milioni di patrimonio. Ma poiché la legge prevede una franchigia di un milione di euro a testa, l’introito per il fisco potrebbe alla fine ammontare a zero. L’unico dettaglio da appurare è se non sia stata già usufruita per donazioni precedenti. Ma ci sono sentenze della Cassazione che ammettono anche in questi casi la cumulabilità. Gli unici che dovranno sborsare qualcosa all’AdE sono i legatari Marta Fascina, Paolo Berlusconi e Marcello Dell’Utri. Che dovranno versare l’8% dei 230 milioni che riceveranno. Nel dettaglio, 8 milioni Fascina, 8 milioni il fratello Paolo, 2,4 milioni l’amico Dell’Utri.

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