Dopo lo spot Esselunga ecco quello del Mulino Azzurro. Lì Forza Italia racconta che il Pnrr fu merito di Tajani e Berlusconi

Ecco il documento finale approvato dal Consiglio nazionale di Forza Italia, dove i toni critici non appaiono nemmeno in controluce

C’è un solo estraneo nel mondo tinto di azzurro che esce dalla convention di Paestum di Forza Italia, e bisogna dire che qui gatta ci cova: è il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, citato quasi fosse un berluscones della prima ora nel documento finale approvato dal Consiglio nazionale di Forza Italia. Un tributo inatteso e non poco elogiativo per un documento dove i toni critici non appaiono nemmeno in controluce. «Il garantismo per noi è questione fondante», premettono i vertici azzurri, «e deve ispirare imprescindibilmente l’azione di governo La strada indicata dal Ministro Nordio al principio della legislatura rimane per noi la bussola imprescindibile della riforma da compiere».


In giorni di polemiche pubblicitarie sembra che dopo lo spot della pesca Esselunga sia arrivato quello del “Mulino azzurro” girato in un mondo surreale dove solo Forza Italia avrebbe in mano il paese conducendolo agli approdi dei sogni. Non esiste una Giorgia Meloni, che pure avrebbe la gran parte delle azioni di quel consesso. Non esiste nemmeno Matteo Salvini, anche se si cita con magnanimità quello che lui considera il fiore all’occhiello, avendone però rubato l’idea a chi non può più rivendicarla: «il ponte sullo Stretto di Messina è fondamentale e porta a compimento un progetto pensato e voluto dai governi Berlusconi ed è per questo che a lui deve essere dedicato». Il documento però è ricco in un crescendo rossiniano delle epiche gesta del manipolo di ministri azzurri che al bene ci starebbero conducendo. Eccone alcuni passaggi.


Antonio Tajani: «Bene fa il governo, e in particolare il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a porre l’amicizia con gli Stati Uniti, con i grandi paesi europei, con Israele, con le democrazie dell’indopacifico, con i paesi amici dell’Africa e del Vicino Oriente a fondamento della nostra politica estera, orientata a garantire l’ordine liberale internazionale messo in pericolo sia dalla politica aggressiva di grandi potenze non liberali (come nel caso ucraino) sia dal dramma incontrollato delle migrazioni».

Elisabetta Casellati: «È indispensabile la grande riforma istituzionale che il Presidente Berlusconi ha chiesto per molti anni e che il governo, con il nostro ministro Casellati, è impegnato a realizzare: l’elezione diretta della guida dell’esecutivo».

Paolo Zangrillo: «La semplificazione burocratica e normativa, l’utilizzo razionale e sistematico delle tecnologie, di cui si sta ben occupando il ministro Zangrillo, sono condizioni essenziali per rendere l’Italia un paese attrattivo per gli investimenti».

Gilberto Pichetto Fratin: «L’ambientalismo ideologico non ci appartiene, ma – come sta dimostrando il Ministro Pichetto – con il buon senso e l’equilibrio si possono realizzare cose importanti».

Anna Maria Bernini: «Prezioso in questo senso il lavoro che sta svolgendo il Ministro Bernini, non soltanto rimuovendo gli obsoleti paletti all’ingresso legati al numero chiuso, ma coniugando il ruolo di coscienza critica proprio dell’università con la sua capacità di fornire una preparazione qualificata e competitiva sul mercato del lavoro».

Adriano Galliani grazie ai figli di Berlusconi: «Ci aspettano prove importanti, prima le elezioni suppletive nel collegio che fu di Silvio Berlusconi, nelle quale abbiamo candidato Adriano Galliani, la persona che – per vicinanza al nostro Presidente  e per il suo legame con quei luoghi – era il designato naturale, con il consenso naturalmente della famiglia Berlusconi».

Presi da tanta foga e inebriati dall’azzurro i vertici di Forza Italia provano a riscrivere la storia di questi ultimi anni. Anche quella del triste periodo, interrotto prima della fine della legislatura, in cui stavano all’opposizione in Italia e non avevano cariche nei consessi internazionali. Così sembrava a noi semplici osservatori. Ma ai diretti interessati sul set del Mulino Azzurro la realtà sembrava assai diversa. Così la sceneggiatura ardita si spinge a immaginare: «È proprio all’impegno in Europa di Silvio Berlusconi e di Antonio Tajani che l’Italia deve il fatto di essere stata trattata generosamente con le risorse del PNRR. L’Europa in quell’occasione ha dimostrato di esserci, per noi: ora noi dobbiamo dimostrare di saper impiegare quelle risorse che sono un’occasione decisiva per costruire il nostro futuro». Nella trattativa sul Pnrr c’era il governo giallorosso di Giuseppe Conte e naturalmente non ebbero alcun ruolo né Berlusconi né Tajani. Ma si sa, gli spot sono arte. E agli artisti deve essere concessa ogni tanto la licenza poetica…

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