La telefonata del ministro irritato per una foto e il vaffa del direttore, il giallo di Malaguti al primo giorno alla Stampa: i sospettati

Tra chi non c’è più e chi si ritirato dalla politica, resta un manipolo ristretto di nomi su quale ministro nel 2005 aveva preteso che il quotidiano torinese cambiasse una foto che non gli piaceva

Andrea Malaguti, il nuovo direttore, racconta il primo giorno a La Stampa e il faccia a faccia con il suo predecessore Giulio Anselmi. Quel giorno – 3 ottobre 2005- Anselmi era al telefono con un ministro infuriato per una foto del giorno prima che si prende un bel vaffa dall’allora direttore de La Stampa. Malaguti non fa il nome del ministro, ma dice che «è ancora piuttosto in auge». Malaguti racconta la tesissima telefonata tra il direttore de La Stampa dell’epoca e il misterioso ministro che «si lamenta per una sua fotografia pubblicata la mattina precedente – scrive Malaguti – (giuro chiama per dire: mi cambi la foto). Anselmi lo lascia finire. Po sentenzia: “Ministro, faccia così: non mi rompa mai più gli zebedei». La parola, ammette Malaguti, non era stata proprio «zebedei», ma il concetto dovrebbe essere chiaro. Per lui la lezione che Anselmi gli ha voluto dare è stata: «Non lasciarti mai ricattare dal potere, questo giornale non l’ha mai fatto». Certo resta il mistero su chi fosse quel ministro, rimasto anonimo nell’editoriale del neodirettore della Stampa. Il manipolo di sospettati è ridotto a pochi nomi: Giulio Tremonti, Gianni Alemanno, Gianfranco Micciché e Claudio Scajola. Gli altri o non sono più in politica o non sono più in vita. Chi mai sarà?!? Non aiuta l’archivio storico de La Stampa, da cui mancano proprio le copie del primo e del 2 ottobre 2005.


Leggi anche: