Guerra Hamas-Israele, cosa succede adesso? I tre scenari secondo Dario Fabbri

Gli sviluppi possibili e futuri secondo il direttore di “Domino”. Il commento audio

Questi i tre scenari che si possono immaginare ad oggi, anche se è oggettivamente prematuro immaginare scenari. Da un lato l’operazione israeliana, che è già in corso ovviamente, che si tramuterà probabilmente in un’operazione di terra dentro la striscia di Gaza per recuperare gli ostaggi, e non solo. Anche per stanare una parte della dirigenza di Hamas, i tunnel, gli arsenali di munizioni e di razzi. E che quindi non sarà soltanto un’operazione dal cielo. Ovvero una guerra prolungata di questo tipo, di Israele ai danni di Hamas. Israele che dovrà però bilanciare la sua reazione, perché se fosse oltremodo spinta, per dirla in maniera un po’ impropria, renderebbe molto complicato poi il ragionamento sull’estensione dei cosiddetti Accordi di Abramo – specialmente con l’Arabia Saudita, che potrebbe inserirsi – che era quasi concluso prima di questo conflitto. Tra l’altro prevenire quell’accordo è una delle ragioni che ha indotto Hamas a lanciarsi nell’attacco. L’organizzazione è infatti molto vicina a posizione iraniane, e non poteva certo benedire questo tipo di accordo. Sostanzialmente, quindi, il primo scenario potrebbe essere una reazione israeliana del tipo descritto, senza coinvolgimenti ulteriori, ma rischiosa qualora fosse ritenuta eccessiva, ad esempio dai sauditi, ma anche da molte altre monarchie del Golfo.


Secondo scenario: Hezbollah entra nella guerra. Quindi i miliziani sciiti libanesi attaccano da nord Israele, ampliando il fronte, ovvero aprendo due fronti, oltre a Gaza che è già un fronte evidente. Costringendo così l’esercito israeliano a dividersi su due direzioni. Terzo scenario, decisamente più improbabile: un allargamento del conflitto a livello regionale. Già nello scenario precedente lo abbiamo visto estendersi con l’intervento di Hezbollah, ma in questa ipotesi il conflitto si allargherebbe maggiormente interessando delle entità statuali, quindi degli Stati più o meno improbabili della regione – o addirittura degli imperi. Su tutti, l’Iran. Resta altamente improbabile che Teheran entri direttamente in questa guerra, sebbene dobbiamo immaginare che abbia benedetto l’attacco di Hamas ai danni di Israele, e che lo abbia conosciuto in netta anteprima. Quindi il terzo scenario, il peggiore in assoluto e anche il meno probabile, vedrebbe un coinvolgimento diretto dell’Iran.


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