Giustizia, la maggioranza nega alle opposizioni l’audizione del nuovo Garante dei detenuti. Cucchi (Avs): «Atteggiamento intollerabile» – L’intervista

La senatrice, a Open, racconta il dietro le quinte di cosa è avvenuto in commissione Giustizia

La terna che andrà a comporre il collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale deve ancora insediarsi. Ma è già dalla scorsa estate che la nomina del presidente, Felice Maurizio D’Ettore, e degli altri due componenti, ha innescato una serie di polemiche che investono via Arenula e la maggioranza di governo. C’è chi protesta per la scelta di portare nell’autorità due civilisti, chi ritiene inadeguata l’esperienza dei designati sul tema carceri. E chi, come Debora Serracchiani del Partito democratico, si spinge a definire contra legem la nomina di D’Ettore: «Al comma 2 dell’articolo 7 della legge istitutiva dell’organo, si stabilisce che i suoi membri “sono scelti tra persone, non dipendenti delle pubbliche amministrazioni, che assicurano indipendenza e competenza nelle discipline afferenti la tutela dei diritti umani”. D’Ettore, in quanto professore universitario, è un pubblico dipendente a tutti gli effetti». Ma è in commissione Giustizia a Palazzo Madama che si è aperto l’ultimo fronte tra maggioranza e opposizioni riguardo all’insediamento dell’ex deputato, che nella sua lunga carriera politica è passato da Forza Italia a Coraggio Italia, fino ad essere accolto, nel 2022, nel partito di Giorgia Meloni. La vicepresidente della Commissione, la senatrice di Alleanza verdi e sinistra Ilaria Cucchi, insieme alle altre opposizioni, ha chiesto di poter svolgere delle audizioni con D’Ettore. Il centrodestra, alla richiesta reiterata due volte, ha opposto un “no” secco, senza fornire spiegazioni.


In un colloquio avuto con Cucchi fuori da Palazzo Madama, la senatrice racconte a Open il dietro le quinte di cosa è avvenuto in commissione Giustizia, la mattina dell’11 ottobre. E annuncia l’intenzione «di andare in fondo alla questione». Biasima «il modus operandi terribile della maggioranza» e afferma: «Non riesco innanzitutto a comprendere l’urgenza di questa nomina, non riesco a capire perché ci viene dato così poco tempo per valutarla e, soprattutto, non riesco a tollerare che in qualità di membri della commissione Giustizia del Senato – della quale lei è vicepresidente -, non siamo messi nelle condizioni di lavorare serenamente in maniera completa, con tutti gli elementi a disposizione». La senatrice pretende di poter audire i nuovi componenti del Garante designati dalla maggioranza, per capire «se le persone indicate sono veramente indipendenti, se hanno veramente competenza e se faranno il loro dovere, ossia garantire il rispetto dei diritti delle persone private della libertà personale». Vista l’esplicita appartenenza politica del nuovo presidente, già deputato per diversi partiti di centrodestra nella XVIII legislatura, Cucchi definisce «inaccettabile la nomina». E conclude: «Sappiamo benissimo cosa pensa la nostra maggioranza sui diritti, soprattutto dei più fragili. Per questo sono estremamente preoccupata. Tuttavia, non voglio giudicare il nuovo Garante prima di conoscerlo, per questo mi piacerebbe poterci parlare in commissione. Magari potrei anche ricredermi, chi lo sa».


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