Giorgia Meloni e gli altri fuorionda di Andrea Giambruno: «Parlano di lei e del governo»

La paura che sia in arrivo «roba più grossa» gira già da qualche giorno nell’entourage della premier

La caccia ai fuorionda di Andrea Giambruno continua. E c’è chi pensa che la vicenda del conduttore ormai ex compagno di Giorgia Meloni possa portare ancora sorprese. Tra questi c’è proprio la premier. Nel suo entourage, fa sapere oggi il Fatto Quotidiano, sono tutti convinti che ci siano altri audio. Che riguardano la premier ma anche l’esecutivo e che sono ancora più pesanti del primo e del secondo. Che sono costati al conduttore una segnalazione all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, dove è iscritto nell’albo dei pubblicisti. Lui, invece, sta «sotto un treno». Ma vorrebbe tornare in video il prima possibile. Mediaset però deve ancora decidere il suo destino. Al vaglio tre ipotesi: quella, che sembra ormai esclusa, del licenziamento. Il rientro dietro le quinte. E il ritorno alla sua trasmissione.


Come se nulla fosse successo

Anche se l’ipotesi di un rientro “come se nulla fosse successo” sembra quella meno probabile. Proprio perché Giambruno è anche a rischio sanzione sarà difficile muoversi per l’azienda. Giambruno si è autosospeso per una settimana in accordo con l’azienda. Lui spinge per il ritorno in video. Anche, spiega oggi il Corriere della Sera, per un ritorno alla normalità dopo quello che è accaduto la scorsa settimana. Forse già oggi potrebbe arrivare la decisione. Ieri intanto Striscia la notizia è tornata sulla questione rispondendo alla premier sulle ipotesi di complotto dietro i fuorionda. E discolpandosi. Ma la paura che sia in arrivo «roba più grossa» gira già da qualche giorno tra le persone più vicine alla premier. Ed è corroborata dalle indiscrezioni dei primi giorni. Intanto a Diario del giorno conduce Manuela Boselli. Che aveva sostituito Giambruno dopo il primo fuorionda.


La sindrome di accerchiamento

Il Foglio intanto parla di una presunta inchiesta di Report sulla vita privata del cognato di Meloni, Francesco Lollobrigida. L’indiscrezione esce proprio mentre Arianna fa scudo alla premier. «Come volete che stia? Ma rendetevi conto! Che domande mi fate! Io mi vergognerei», è la frase che ha detto ai giornalisti forse troppo curiosi. «A testa alta, insieme, da sempre e per sempre», dice di solito Giorgia Meloni parlando della sorella. E Arianna cita Il signore degli anelli: «Ti accompagnerò sul monte Fato, a gettare quell’anello nel fuoco, come Sam con Frodo».

La simbiosi

La simbiosi tra di loro, spiega oggi il Corriere, è totale. «Quando avevi bisogno di riposare, di piangere o di un consiglio, io c’ero». «Lei è la più grande, la più bella, la più coraggiosa». E ancora:«Siamo sempre state dinamite insieme. Non c’è segreto che non le confessi, non c’è consiglio che non le chieda». «Oh, se solo sapessero!». «Non le dirò mai grazie abbastanza per l’amore che mi ha regalato».

L’incazzatura

Che Meloni sia «incazzata nera» è indiscutibile. Il caso della nomina di Giuliano Amato alla presidenza del Comitato per studiare l’impatto dell’intelligenza artificiale nell’editoria è un segnale. L’irritazione della premier nei confronti del sottosegretario con delega all’informazione e all’editoria Alberto Barachini, che ha proceduto a questa nomina – si rimarca sempre in ambienti di governo interpellati al riguardo – dipende solo ed esclusivamente dal fatto che Palazzo Chigi è stato tenuto all’oscuro dell’iniziativa. Eppure oggi tutti i giornali inquadrano la lamentela nell’ambito della falla che si è aperta tra la premier e Forza Italia dopo i fuorionda. La telefonata di Pier Silvio Berlusconi non è bastata per far cadere i sospetti. Forza Italia (con Antonio Tajani) e la famiglia smentiscono fermamente l’ipotesi del complotto secondo cui il caso mediatico sarebbe stato un tiro mancino politico alla presidente del Consiglio.

Le lobby e i cattivi

Intanto le giornaliste di Mediaset come Silvia Branchetti sono addirittura costrette a smentire relazioni con Giambruno. Il deputato FdI Giovanni Donzelli riesce ad adombrare la partecipazione di lobby e «certi ambienti» agli attacchi al governo. E Augusto Minzolini oggi sul Giornale è sicuro: il complotto l’ha fatto Report contro il centrodestra.

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