C’è un sospettato per il presunto stupro della studentessa francese morta a Lecce

Sarebbe un giovane che è andato da lei il 19 ottobre. Il biglietto d’addio della ragazza

C’è un sospettato per il presunto stupro della studentessa francese in Erasmus morta suicida a Lecce. Un certificato medico è stato ritrovato vicino al suo cadavere. Era stato rilasciato dal pronto soccorso dell’ospedale Fazzi. Ma soprattutto, la polizia avrebbe identificato un giovane. Il 19 ottobre a casa della studentessa in via Pappacoda sono arrivate diverse persone. Una di loro la avrebbe costretta a subire un rapporto sessuale. E questo, spiega oggi l’edizione barese di Repubblica, la ragazza l’avrebbe raccontato a un’amica. La ragazza aveva ricevuto la casa direttamente dall’Università del Salento, in quanto double degree, ovvero come partecipante a un programma integrato di studio mirato al conseguimento di una doppia laurea all’estero.


Il biglietto

Il quotidiano racconta anche cosa c’era scritto nel biglietto d’addio della studentessa: «Penso che è arrivato il momento di fermarmi qui, non ne posso più, mi dispiace mamma e papà. Mi manca il mio Pierre che amo, mi dispiace per tutte le persone che ho incontrato. Vi amo tutti, non è colpa di nessuno, non ce l’ho con nessuno perché mi avete tanto amata, ma non ci riesco più, non riesco ad accettare ciò che mi è successo, è troppo difficile per me rimanere sola». A Lecce la ragazza era arrivata a settembre per studiare filosofia, dopo aver frequeentato l’Università di Lille (nel nord della Francia) e un passaggio alla Sorbonne. Nel quartiere San Pio la gente l’aveva vista: «Era arrivata da poco», ha raccontato al quotidiano un’altra studentessa che vive al primo piano dello stesso palazzo. «Gli inquilini di quegli appartamenti cambiano spesso, perché sono riservati agli stranieri».


L’identificazione

Il giovane, che non è indagato, sarebbe già stato identificato. Su di lui ora si concentrano le indagini finalizzate a verificare la veridicità del racconto che la francese aveva fatto a qualche amica. Il certificato dell’ospedale Fazzi ha in qualche modo certificato la violenza, secondo il quotidiano. Il documento era sul letto, poco distante dal corpo della ragazza. Che non aveva voluto dare seguito alla visita in ospedale. Né con una denuncia né con un colloquio con la psicologa che le era stato fornito dal nosocomio. Nulla ha raccontato ai genitori. Che oggi arriveranno a Lecce insieme al fratello. Mentre si attendono i risultati dell’autopsia.

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