A Bruxelles per un vertice del Partito popolare europeo, Antonio Tajani non elude le questioni del dibattito politico italiano. La legge di Bilancio 2024 è e sarà, fino alla sua approvazione definitiva, il fulcro delle discussioni tra maggioranza e opposizioni. Ma anche all’interno dello stesso centrodestra le divergenze emergono e contrastano con l’idea iniziale del governo, quella di procedere verso il varo della Manovra senza emendamenti di maggioranza. Il leader di Forza Italia, nel criticare l’aumento della cedolare secca dal 21 al 26% per gli affitti brevi, specifica infatti che la battaglia sarà fatta non in Parlamento, ma prima ancora che il testo possa arrivare nelle mani di deputati e senatori: «Sulla cedolare secca chiediamo delle garanzie. Sono convinto che il ministro Giancarlo Giorgetti rifletterà su questo perché non si possono penalizzare alcune realtà. Già qualcosa è stato corretto nella proposta di Giorgetti, secondo le nostre richieste. Noi ci batteremo finché non arriverà in Parlamento il testo del ministero dell’Economia, affinché non ci sia un aumento della pressione fiscale».
Tajani, nel ruolo di vicepremier, chiede di modificare la bozza presentata dall’esecutivo, in conferenza stampa. Ma è nel ruolo di segretario di Forza Italia, partito che guida la compagine dei Popolari in Italia, che affida un’altra dichiarazione ai giornalisti, a Bruxelles: «Siamo soddisfatti del risultato delle elezioni in Polonia. Sarò soddisfatto se sarà Donald Tusk ad essere il prossimo primo ministro polacco». Non nasconde, insomma, la voglia di archiviare la stagione di Mateusz Morawiecki, uno dei principali alleati esteri di Giorgia Meloni. È il clima di campagna elettorale in vista delle Europee di giugno che, a scapito di ogni possibile smentita, suscita inevitabilmente delle frizioni tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Anche perché, per un Tajani che si lamenta per la cedolare secca, c’è uno strano silenzio di Matteo Salvini in materia di pensioni. Il suo vicesegretario, Andrea Crippa, invece parla.
Dopo Forza Italia, anche la Lega scomunica la Manovra
Il numero due della Lega, in Transatlantico, non trattiene l’indignazione per la norma che permetterebbe all’Agenzia delle entrate di accedere ai conti correnti dei cittadini con un «collegamento telematico diretto», prima di procedere con un pignoramento. «Io non sono a favore di mettere le mani nei conti correnti della gente, ma vediamo cosa ci sarà scritto nella Manovra. Non penso si vada in quella direzione». E rincara: «Secondo me andare a fare i prelievi forzosi nei conti correnti non è nei nostri valori e nei nostri principi. Salvini parla di pace fiscale». Ormai la maggioranza si maschera dietro al fatto che il testo della legge di Bilancio circolato sia solo una bozza e, per questo, non degno di essere commentato. «Sulle pensioni bisogna andare nella direzione di superare la legge Fornero, poi è chiaro che servono le coperture e bisogna capire quale sarà il testo, visto che ora ci sono solo le bozze», aggiunge Crippa.
Il freno del Mef
Il vicesegretario ribadisce che «il tema della riforma della legge sulle pensioni è un tema del programma di governo e bisogna andare avanti in quella direzione. L’obiettivo resta il superamento della Fornero, poi ci si arriva per step, ma uno step bisogna farlo e quindi già in questa legge di Bilancio bisogna che il centrodestra fa vedere che sulle pensioni si interviene nella direzione che ha detto in campagna elettorale». Il ministero dell’Economia, dopo le scomuniche degli esponenti di Forza Italia e Lega, deve trovare un modo per frenare le critiche interne alla maggioranza, che si sommano a quelle delle opposizioni e preludono a una disattesa dell’ordine arrivato dai membri del governo: «I parlamentari del centrodestra non presenteranno emendamenti alla Manovra». E allora, da via XX settembre, viene diffusa una nota: «Le indiscrezioni giornalistiche sulla legge di Bilancio pubblicate in questi giorni su diversi temi di grande interesse, ad esempio pensioni, tasse, presunti prelievi da conti correnti e altro, sono frutto di bozze non definitive, non diffuse dal Mef e dunque da ritenersi non attendibili». Peccato che siano stati gli stessi membri del governo e della maggioranza a fare dichiarazioni sulle stesse bozze entrate in possesso della stampa, dando loro credibilità.
Pensioni, «Salvini deve chiedere scusa»
Dopo anni di propaganda contro l’aumento dell’età pensionabile introdotto dal governo Monti, la Manovra targata Meloni riporta il sistema previdenziale più vicino alla legge Fornero. Il punto non è passato inosservato alle opposizioni. Punzecchia Matteo Renzi: «È incredibile come il governo abbia disseminato di tasse e balzelli vari la legge di bilancio. Per colpa del governo nel 2024 aumenteranno il latte in polvere per i bambini, i passeggini, gli assorbenti, la cedolare secca. Sulle pensioni Salvini si è rimangiato tutte le ingiuste accuse alla Fornero». Nella bozza della legge di Bilancio, effettivamente, è inclusa Quota 104, ma si potrà accedervi con una penalizzazione economica. Resta l’Ape sociale, ma solo a partire da 63 anni e 5 mesi. Opzione Donna ancora possibile, ma a 61 anni e per una platea limitata, come quella dell’anno scorso. In più, chi auspica in un pensionamento anticipato dopo aver superato i 42 anni e 10 mesi di contributi – per gli uomini – o 41 anni e 10 mesi – per le donne -, dovrà fare i calcoli con l’adeguamento automatico all’aspettativa di vita, che con la Manovra ripartirà già dal 2025, anziché dal 2027. Per Elsa Fornero, dopo anni di attacchi, è arrivato il momento in cui «Salvini deve chiedere scusa».
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