Scandalo nelle ambasciate italiane di Pakistan, Bangladesh, Congo: «Visti falsi ai trafficanti per 5mila euro». Tajani: «Linea durissima»

Emergono presunti legami anche con il caso di Attanasio, l’ambasciatore italiano del Congo ucciso nel 2021

«Ottenere i documenti falsi per il visto é facile. Con 5-6mila euro si entra in Italia». È la rivelazione che un trafficante di uomini ha fatto in esclusiva alla trasmissione di Fuori dal coro di Rete 4, dichiarando che sarebbero coinvolte le sedi diplomatiche italiane di Congo, Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka, e facendo così emergere uno scandalo che rischia di travolgere la Farnesina. Interviene il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Ad agosto ho disposto controlli straordinari in Pakistan, Sri Lanka e Bangladesh. Nei giorni scorsi, una simile missione ha ispezionato le ambasciate a Kinshasa e Brazzaville. Ulteriori ispezioni – aggiunge – sono previste anche in altre regioni, quali l’America Latina». E i risultati «sono a disposizione delle competenti autorità, anche giudiziarie». L’indagine – fa sapere La Verità – si sta concentrando su collaboratori e funzionari dell’ambasciata italiana poi spostati in altri Paesi, che avrebbero rilasciato visti in cambio di pagamenti che vanno dai 5 ai 6mila dollari.


Il precedente con Di Maio e i presunti legami con Attanasio

Si tratta di una vicenda che, in realtà, era emersa già nel 2021 quando sparirono mille visti Schengen da un plico sigillato che ne conteneva 4mila. L’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio, però, riporta la Verità «minimizzò». I 5 stelle, il 14 luglio Di Maio e il 28 ottobre il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, affermarono che il furto dei visti era stato accertato «il giorno precedente» alla segnalazione. Ma la prima segnalazione di un visto contraffatto, ricostruiva Il Giornale che si occupò dal principio dell’intera vicenda, sembra invece risalire a molto prima: al 6 aprile 2021, quando le autorità di frontiera delle Maldive hanno segnalarono un visto italiano «sospetto». Non solo, quanto al Congo emerge che potrebbero esserci anche alcuni legami con la vicenda di Luca Attanasio, ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo ucciso insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci in un tentativo di rapimento il 22 febbraio 2021, nei pressi del villaggio di Kibumba. La Verità riferisce che tra le piste della Procura di Roma nella ricostruzione dell’agguato di allora, sarebbe spuntata anche quella del racket dei permessi d’ingresso, su cui Attanasio tentò di fare luce. L’ambasciata di Kinshasa, in Congo, è stata sottoposta allo stop del rilascio dei permessi. Dura la linea di Tajani, che già al suo arrivo al Viminale avviò missioni ispettive: «L’obiettivo del governo è il contrasto a ogni forma di ingresso illecito in Italia e con questo obiettivo ho dato stringenti disposizioni a tutta la rete diplomatico-consolare di adottare ogni misura per rafforzare la lotta contro il malaffare e i tentativi di ingresso illegale in Italia, anche per difendere al meglio i nostri confini».


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