Milano, l’ordinanza che ha portato in carcere il trapper Shiva: «Ha sparato per uccidere»

Le due vittime non hanno collaborato con la polizia

Il trapper Shiva voleva uccidere le due persone che ha gambizzato dopo un’aggressione nei suoi confronti. Per questo la giudice delle indagini preliminari Stefania Donadio ha disposto per lui il carcere. La Gip nell’ordinanza ricostruisce la serata dell’11 luglio scorso. E dice che in Andrea Arrigoni c’era una «volontà omicidiaria». Per questo lo si vede a braccia tese inquadrato dalle telecamere «in posizione di tiro, ad altezza d’uomo, in direzione degli aggressori». Li ferisce di striscio alle gambe e poi li insegue fino al cancello che dà su via Cusago. Lì fa fuoco altre tre volte. Per questo il trapper è a San Vittore. L’indagine della pubblica ministera Daniela Bertolucci ha dovuto anche fare i conti con l’omertà dei testimoni. Anche tra le fazioni rivali. Alessandro Maria Rossi e Walter Pugliesi sono i due aggressori poi colpiti alle gambe. Rossi aveva chiamato il numero d’emergenza ma poi alla polizia non ha voluto dire nulla. Gli specialisti della Mobile – che alle violenze dei trapper hanno dedicato già in passato i loro sforzi – avevano trovato bossoli e ogive, due fori nella Mercedes di Patrick Raimo, guardia del corpo di Shiva, ma non la pistola. Dieci giorni fa Shiva era in piazza Scala a regalare gadget ai fan. Ora, spiega l’edizione milanese di Repubblica, non lo vedranno in giro per un po’.


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