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Bonus cultura e 18app, il libraio romano indagato per una truffa da un milione di euro

L’indagine della Gdf sulla Silvio D’Amico

Ferdinando Aranci, titolare della libreria “Silvio D’Amico”, è indagato insieme ad altre tre persone in un’inchiesta per truffa che riguarda 18app. Ovvero i buoni da 500 euro concessi a studenti per acquistare libri o servizi culturali. Secondo la Guardia di Finanza i quattro avrebbero convinto oltre mille diciottenni a trasformare i buoni in denaro. 3.557 voucher sono stati consegnati e il libraio con i suoi complici, secondo l’accusa, hanno ottenuto circa un milione di euro fingendo di aver venduto beni e servizi culturali. La storia, racconta oggi Repubblica Roma, parte da due ragazzi di 24 e 25 anni: Andrea Azzinari e Vincenzo Sarnataro. I due creano un gruppo Facebook e uno su Whatsapp per proporre ai diciottenni di monetizzare il buono. Dopo aver ottenuto i voucher e anche le credenziali dello Spid passavano la pratica a Ferdinando e Francesca Romana Aranci, proprietari della libreria. «Gli esercizi compiacenti facevano convalidare i voucher e simulavano documentalmente la vendita di libri per poi ottenere il rimborso», è scritto negli atti che hanno portato al sequestro “di beni mobili e immobili”. Gli indagati avrebbero fatto compilare ai diciottenni i questionari con cui la Guardia di Finanza accerta la legittimità del bonus cultura. Uno dei due procacciatori con il ricavato della truffa ha aperto un negozio online. Si chiamava “Brandluxury.world” ed era «un vero e proprio negozio virtuale, con tanto di merce esposta e follower comprati per attirare clienti». Negli atti si parla anche di «prodotti con marchio contraffatto» comprati con i soldi del bonus cultura.


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