Lucca Comics, anche Amnesty non parteciperà: «Ha il patrocinio di Israele, che sta infliggendo a Gaza perdite immani»

Dopo Zerocalcare, anche la ong non parteciperà alla storica fiera internazionale per protesta

Amnesty Italia non parteciperà al Lucca Comics and Games. Dopo la decisione di Zerocalcare, supportata dalla sua casa editrice Baopublishing, di disertare la storica fiera internazionale per protesta, anche l’Ong impegnata nella difesa dei diritti umani ha fatto sapere con un post su X come «il patrocinio dell’ambasciata israeliana ci spinge a rinunciare alla nostra presenza», si legge nel post. «Comprendiamo sia prassi consolidata il patrocinio di ambasciate dei paesi di provenienza degli artisti che realizzano l’immagine del festival, ma non possiamo ignorare che le forze israeliane stanno incessantemente assediando e bombardando la Striscia di Gaza, con immani perdite di vite civili», conclude. È da qualche giorno che la questione del patrocinio sta facendo discutere con diverse richieste di boicottaggio sollevate dai social network, associazioni e dalle piazze. Sulla vicenda sono intervenuti gli organizzatori che – tramite un comunicato – hanno spiegato come ci sia stata una riflessione «sulla possibilità di rinunciare al patrocinio», ma «abbiamo ritenuto – sottolineano – che sarebbe un atto poco responsabile. La nostra storia parla per noi». 


Anche la “Biblioteca di Daphne” si sfila: «Non me la sento di venire»

Anche “La Biblioteca di Daphne”, alias Megi Bulla, una delle tiktoker più note e influenti tra i giovani appassionati di lettura non andrà al principale festival europeo dedicato al fumetto, ai giochi, al cinema e videogiochi. «Le storie di Zerocalcare di questa mattina hanno dato il colpo di grazia ai giorni e notti di incertezza. Che mi capiate o meno, non me la sento di venire. Al momento – scrive la tiktoker 27enne – l’unica cosa a cui riesco a pensare che in una parte di mondo, che potrebbe essere la nostra, le persone stanno morendo e non hanno modo di poter chiamare aiuto, mandare un ultimo saluto, capire come muoversi. Associare la mia immagine a un evento che ha il patrocinio dell’ambasciata israeliana, in questo momento, non mi riesce proprio». Alle persone che le scrivono “mi sei piaciuta, ma qui hai toppato”, la giovane risponde: «liberi di andarvene, non vi obbligo e non vi pago per stare qui. Questa è una decisione personale. Vi prego di non giudicare chi ha deciso diversamente».


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