Rafah, la volontaria Giulia Brattini a sud della Striscia di Gaza: «Siamo in un garage, non ci fanno uscire»

Il racconto da un campo Unwra a Rafah della veronese di Gazzella Onlus

Ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha rassicurato sulle condizioni dei 14 italiani a Gaza, fuori dalla linea rossa. Eppure, stando al racconto a Il Resto del Carlino della onlus di Giuditta Brattini 65 anni, cooperante veronese di Gazzella Onlus, la situazione a Sud della Striscia, a Rafah, non è comunque delle migliori. «Stanno bombardando anche qui intorno a Rafah. Speriamo che non decidano di colpire anche questa sede dell’Unwra. Siamo sempre qui al campo, chiusi dentro un garage dal quale non ci fanno uscire fuori», ha scritto lei ai colleghi, due giorni fa. «Siamo riusciti a sentirla per l’ultima volta venerdì, una comunicazione di due minuti in cui si sentivano i bombardamenti di sottofondo. Da ieri mattina non hanno più connessione e, da quanto ci ha detto, probabilmente tra poco rimarranno anche senza acqua. Sono bloccati a Rafah ma non abbiamo più notizie sulla loro situazione» spiegano da Gazzella Onlus. Le comunicazioni con i connazionali dentro Gaza non sono buone. «La nostra priorità – ha assicurato ieri il vicepremier – è quella di riportarli tutti e 14 a casa. Il nostro Consolato al Cairo sta parlando con gli americani, con gli egiziani e con gli israeliani per vedere come si può fare per andare a recuperarli quando si deciderà di far uscire dal valico di Rafah i non palestinesi. Non si sa quali siano i tempi. Si sta trattando ma loro uscita non dovrebbe essere imminente».


(in copertina foto EPA/HAITHAM IMAD)


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