La manovra approda in Aula, arriva l’ok del Quirinale. La maggioranza: «Iter spedito, nessun emendamento». Ma i medici restano sul piede di guerra per i tagli alla sanità

Arriva l’introduzione di un codice identificativo nazionale per gli affitti brevi. In tre anni circa 2,5 miliardi di tagli ai ministeri

Stasera il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha autorizzato la presentazione della Manovra alle Camere. Nessun emendamento alla Legge di Bilancio, per procedere spediti verso l’approvazione della manovra e evitare così pericolosi ritardi sulla tabella di marcia: questo è l’accordo siglato oggi nel vertice di maggioranza, secondo quanto fa sapere Palazzo Chigi in una nota. Dove si annuncia anche che «come previsto, oggi il testo sarà trasmesso al Parlamento, dopo il necessario drafting e la firma di autorizzazione del Capo dello Stato». Il messaggio arriva al termine della riunione svoltasi oggi, 30 ottobre, alla quale hanno partecipato la premier Giorgia Meloni, i ministri e vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il ministro Giancarlo Giorgetti, il viceministro Maurizio Leo, i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, Lorenzo Cesa dell’Unione di Centro e Maurizio Lupi di Noi Moderati. «Dall’incontro – si legge nella nota – è emersa la grande compattezza e determinazione delle forze di maggioranza». Soddisfazione che riecheggia anche in un messaggio diffuso da FI, che sottolinea «l’esito positivo» del vertice e rivendica «l’apprezzamento per l’accoglimento delle sue istanze, alcune delle quali saranno inserite nel decreto collegato alla manovra, già all’esame del Parlamento».


I tagli ai ministeri

Da 1 miliardo a poco più di due miliardi e mezzo in tre anni: a tanto ammontano i tagli ai ministeri indicati negli allegati alla manovra, bollinata dalla Ragioneria. Il contributo maggiore alla spending review arriverà dal Mef, che da solo si accollerà oltre un miliardo di riduzione del budget. Segue la Difesa con 200 milioni, il Mimit che dovrà sforbiciarne 197, gli Esteri 167, il Lavoro 150. Università e ricerca 129 milioni, le Infrastrutture 126, l’Interno 121, l’Istruzione 100 milioni. La Cultura dovrà sforbiciare 71 milioni, la Giustizia 55, la Salute 54, l’Agricoltura quasi 33, l’Ambiente 27 e il Turismo solo 11.


L’intesa sugli affitti brevi

Tra le novità sul testo della manovra che approderà in Aula, spicca l’introduzione di un codice identificativo nazionale per gli affitti brevi. Resta confermato l’aumento al 26% dell’aliquota dalla seconda alla quarta casa messa in affitto fino a 30 giorni, specificando che per la prima resta al 21%. L’intenzione, secondo l’Ansa, è che il gettito derivante – circa un miliardo di euro secondo stime circolate nella riunione – sia destinato alla riduzione delle tasse sulla casa.

Lo scontento dei medici

Meno soddisfatti sembrano essere invece i medici, che si dicono pronti allo sciopero senza garanzie per la sanità. I sindacati Anaao Assomed e Cimo-Fesmed, nello specifico, chiedono al Governo «il ritiro del provvedimento che taglia le pensioni future dei medici e dei dirigenti sanitari, nonché più risorse per il Servizio sanitario nazionale e i suoi professionisti», secondo quanto riporta l’Adnkronos. Le due sigle si sono dette «pronte, in caso di insoddisfazione, a cercare la più ampia convergenza con le altre organizzazioni sindacali per arrivare allo stato di agitazione delle categorie interessate nella prospettiva di uno sciopero generale entro dicembre». E ribadiscono «la propria condanna senza riserve contro la riforma Meloni-Salvini-Tajani che punta a fare cassa sulle pensioni dei medici e dei dirigenti sanitari, che rientrano a pieno titolo in quel 13% di popolazione che contribuisce con le loro tasse al 60% del gettito Irpef».

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