Bologna, Sangiuliano risponde a Lepore sulla Garisenda: «Sì al sigillo dell’Unesco, ma il Comune ha temporeggiato troppo»

Intanto emergono nuovi dettagli dal comitato tecnico scientifico: a preoccupare gli esperti sarebbe stato un movimento anomalo della torre verso Sud

Sì al sigillo dell’Unesco, ma non basterà. Interviene anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano sulla vicenda relativa alla Torre della Garisenda, a Bologna, finita sotto i riflettori mediatici perché potenzialmente a rischio crollo. Nei giorni scorsi il sindaco del capoluogo emiliano-romagnolo, Matteo Lepore, ha chiesto di candidare le Due Torri di Bologna all’Unesco, allargando il sito dei portici che già nel 2021 è stato dichiarato patrimonio dell’Umanità. Oggi, in un intervento pubblicato su QN, Sangiuliano risponde all’appello lanciato da Lepore. «Ho risposto positivamente al sindaco sull’ipotesi di ricomprendere le Torri nel patrimonio Unesco, idea sulla quale già stavamo lavorando insieme al viceministro Bignami e al sottosegretario Borgonzoni. Tuttavia – aggiunge il ministro della Cultura – il dossier Unesco non ha nulla a che vedere con il tema della staticità della torre». Il ragionamento di Sangiuliano è il seguente: se un bene gode della copertura Unesco «deve essere monitorato e tutelato con maggiore attenzione». Allo stesso tempo, «l’ingresso nella lista Unesco non elimina i problemi» e da Parigi «non arriverà nessun supereroe a sostenere la Torre». Il ministero ha assicurato che «farà la sua parte anche in termini di risorse», invitando comune e regione a fare altrettanto. Nell’intervento di oggi, Sangiuliano lancia anche una frecciatina all’amministrazione comunale bolognese: «Resta il fatto, sia ribadito senza alcuna polemica, che c’è stata una sottovalutazione del problema da parte del titolare del bene, un temporeggiare, una mancata consapevolezza», scrive il ministro.


La torsione anomala verso Sud

Nel frattempo, emergono nuovi dettagli sui movimenti della Torre Garisenda che hanno fatto preoccupare gli esperti. Nei verbali del comitato tecnico scientifico, scrive il Corriere, si legge che la torre avrebbe compiuto una torsione anomala verso Sud, ovvero verso la torre degli Asinelli. Ed è stato proprio questo a preoccupare la sovrintendenza, perché si tratta di un movimento del tutto diverso rispetto a quelli registrati negli anni scorsi. Dai verbali emergerebbe anche che gli esperti hanno espresso pareri discordanti su come interpretare questa torsione anomala. Nella relazione finale, a cui il comitato sta lavorando in questi giorni, è difficile dunque che si arrivi all’individuazione di un valore-limite oltre il quale la torre potrebbe essere dichiarata a rischio crollo. È più probabile che si cerchi di capire invece come raddrizzare la torre, o perlomeno evitare che la torsione continui. Dal 2020, infatti, era stato studiato un sistema di tralicci e di pali che avrebbero dovuto evitare una pendenza della torre verso Est. Ma ora che i dati hanno fatto capire che il movimento della torre è cambiato, anche le misure di sicurezza andranno aggiornate.


Credits foto: ANSA/Giorgio Benvenuti | Le due torri di Bologna, Asinelli e Garisenda, in una foto d’archivio del 15 luglio 2017

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