Giorgia Meloni, a differenza di quanto detto dal suo sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, non aveva capito che si trattava di uno scherzo telefonico. «Il presidente del Consiglio l’ha capito subito». Subito? «Certo», ha risposto Mantovano al Fatto Quotidiano. Oltre a smentire l’autorità che lei stessa ha delegato alla sicurezza della Repubblica – la presidente del Consiglio ha ammesso di aver avuto solo qualche dubbio sul finale della conversazione con i due comici russi Vovan e Lexus – la premier ha annunciato che il suo consigliere diplomatico si è dimesso. Nella conferenza stampa post Consiglio dei ministri, Meloni ha spiegato: «Verso la fine della telefonata ho avuto un dubbio. L’ho segnalato al mio ufficio diplomatico e credo che lì ci sia stata una superficialità nel procedere alle verifiche in maniera seria. Questa vicenda non è stata gestita bene. Ed è il motivo per cui questa mattina il mio consigliere diplomatico, Francesco Talò, si è dimesso, e lo voglio ringraziare per questo gesto di responsabilità di una persona che ha lavorato tantissimo». Secondo la premier, non si è trattato di un semplice scherzo. «La telefonata è stata rilanciata prima di tutto da programmi organici alla propaganda del Cremlino e questo dovrebbe indurre a riflettere chi sta facendo da megafono a questi comici». Il riferimento è alla loro partecipazione a Otto e Mezzo, ieri 2 novembre: «Mi dispiacerebbe sapere che siamo davvero stati oggetti di disinformazione per le nostre posizioni a livello internazionale, e che qualcuno in Italia è disposto a fare da cassa di risonanza».
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