Eredità Berlusconi, Sorcinelli rifiuta lo sfratto dalla villa di Bernareggio: «Faccio causa ai figli». E rilancia: «Mi spettano anche 3 milioni»

Dopo Barbara Guerra, anche l’altra frequentatrice delle «cene eleganti» di Arcore annuncia di non voler lasciare la casa che le fu data in comodato d’uso dal Cavaliere

«Il presidente voleva lasciarci serene per il resto della nostra vita. Ho molti audio dai quali emerge la grande umanità del Presidente e la sua volontà di donarci le abitazioni». Alessandra Sorcinelli decide di raccontare al Corriere della Sera i motivi che la vedono contrapporsi ai figli di Silvio Berlusconi. Questi ultimi – o meglio, le società che fanno capo a loro – hanno esortato le donne che un tempo frequentavano le «cene eleganti» di Arcore a lasciare le abitazioni date in comodato d’uso dal Cavaliere. Prima di Sorcinelli, anche Barbara Guerra aveva annunciato che si opporrà allo sfratto: «Berlusconi la casa me l’ha donata, e ci vivo ancora. Me l’ha regalata, perché dovrei lasciarla?». Le due hanno ricevuto in comodato d’uso gratuito due ville a Bernareggio, una ciascuna, da un valore stimato di 800 mila euro. Entrambe assolte nel processo Ruby ter, hanno ricevuto un mese fa una lettera dall’immobiliare Dueville. «Quando mi è arrivata la raccomandata con cui mi si chiedeva di individuare una data per la restituzione dell’immobile sostenendo che il 31 dicembre prossimo scadrà il comodato d’uso, ho subito chiesto al mio avvocato Luigi Liguori di avviare una causa nei confronti della famiglia Berlusconi», annuncia Sorcinelli.


Il legame con il Cav

Il suo legame con il quattro volte presidente del Consiglio nasce nel 2005, quando aveva appena 21 anni. Dieci anni più tardi, nel 2015, il Cavaliere le concede il comodato «che non ha scadenza». E aggiunge: «Si tratta di un atto che rientra nell’accordo risarcitorio che il presidente ha fatto firmare sia a me sia a Barbara Guerra e che prevede anche una somma di denaro per i danni che abbiamo subito». Cifra quantificata «in 3 milioni di euro», e che si aggiunge alle due ville speculari di 600 metri quadrati, divisi su tre piani, più giardino. Case di un certo valore che, però, Sorcinelli prova a ridimensionare: si trovano «in una zona isolata in campagna, a 30 chilometri da Milano – e che valgono – quanto un appartamento di medie dimensioni a Milano, e nemmeno in centro». Il giornalista chiede alla donna se ha paura a vivere da sola in campagna: «Un po’ sì, anche per la notorietà che purtroppo abbiamo avuto a causa del processo Ruby. Le nostre foto sono ovunque e chiunque può riconoscerci». Comunque, non ha intenzione di rinunciare all’immobile e il suo avvocato le consiglia di restare nella casa.


Poi, Sorcinelli dice che se l’aspettava questa iniziativa da parte delle società ereditate dai figli di Berlusconi: «Premesso che non avuto mai rapporti con i figli del Presidente, mi chiedevo se avrebbero rispettato il volere del padre, se avrebbero affrontato le cose analizzandole in maniera specifica, come la condizione nella quale si trovano oggi persone che per 12 anni sono state coperte di fango sui giornali». L’intervistata ricorda anche come, all’epoca, viene siglato l’accordo per il risarcimento per il processo Ruby: «Il presidente voleva trovare una strada più che amichevole per realizzare questa cosa. Voleva lasciarci serene per il resto della nostra vita prendendo l’impegno di sistemare tutto, una volta per tutte dopo il processo. Siccome voleva evitare ulteriori strumentalizzazioni, cioè che prima della sentenza qualunque cosa fosse interpretata come una corruzione, si decise per il comodato e non la proprietà della casa che sarebbe arrivata dopo». Colloqui registrati tanto da Sorcinelli quanto da Guerra.

L’amicizia iniziata nel 2005

Come mai? «Perché volevamo tutelarci per il futuro. Il presidente ripeteva che voleva darmi la possibilità di affrontare la vita in maniera serena lasciandomi, dopo questa parentesi del processo lunga e molto pesante, un bel ricordo di quella che è stata un’amicizia durata negli anni. Ha fatto diverse proposte, poi si è arrivati all’accordo. Ho molti audio dai quali emerge la grande umanità del presidente e la sua volontà di donarci le abitazioni». Amicizia, niente di più, tra l’allora ragazza e il fondatore di Forza Italia: «Ha sempre manifestato massimo rispetto miei confronti. Una volta mi chiese se volessi diventare la sua fidanzata, io risposi che volevo solo restare sua amica. Mi vanto di avere avuto dal 2005 la sua amicizia. Anche Barbara era molto legata a lui. È per questo che aveva deciso di darci case vicino ad Arcore, diceva che così avremmo potuto incontrarci più facilmente. Quando a un certo punto io manifestai l’intenzione di andare all’estero nel pieno del processo, mi chiese di restargli vicino».

Al termine dell’intervista, Sorcinelli torna a parlare di Marina, Pier Silvio e degli altri figli del Cavaliere: «Se sono stati davvero loro ad aver preso la decisione di revocare il comodato d’uso, penso che non stiano rispettando il volere di una persona che non c’è più. Quando una persona scompare, con l’eredità lascia anche cose rimaste insolute che gli eredi devono sistemare. Fossi io figlia, mi chiederei cosa volesse fare mio padre. Mi aspetto che i figli vogliano chiudere questa vicenda senza lasciare persone frustrate e arrabbiate, costrette a fare causa per tutelare i propri diritti». La causa, appunto, che Sorcinelli è intenzionata a muovere contro le società immobiliari legate alla famiglia Berlusconi. La donna, infine, risponde che oltre ad alcuni bonifici ricevuti anni addietro dal «presidente», non le è arrivato altro, «perché lavoravo». Tutt’oggi, afferma, lavora «nel mondo dello spettacolo, non in tv», ma preferisce non fornire ulteriori dettagli.

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