Bonus psicologo, 300mila firme in due giorni. Fedez scrive al ministero: «Servono più fondi per la salute mentale» – Il testo integrale

La petizione lanciata dalla sua fondazione ha raccolto un largo sostegno: «Lo Stato deve farsi carico delle persone che necessitano assistenza»

La petizione lanciata dalla fondazione Fedez, per accendere i riflettori sulla salute mentale in Italia e per chiedere al governo un impegno maggiore affinché anche chi ha redditi medio bassi possa permettersi di prendersi cura di sé, ha superato 300mila firme in tre giorni. Per questo il rapper ha inviato una lettera al ministro della Salute Orazio Schillaci, esortandolo tra le altre cose a prendere provvedimenti perché venga varato il decreto attuativo per il bonus psicologo per i richiedenti del 2023. «Sappiamo che il bonus non è la risposta definitiva, ma chiediamo che la legge che lo rende strutturale sia quantomeno resa applicabile», si legge nella lettera, in cui vengono sottolineate le debolezze del sistema sanitario sul tema della salute mentale: «Nella petizione chiediamo che vengano stanziati fondi che vadano a sovvenzionare un sistema pubblico che consideri la salute mentale al pari di quella fisica, fornendo una presa in carico globale alle persone che necessitano assistenza».


Il testo integrale della lettera di Fedez al ministero della Salute

Signor ministro,
le scrivo perché ritengo necessario richiamare la sua attenzione sul tema della salute mentale su culil nostro paese si distingue per essere fanalino di coda d’Europa, investendo poco più di 60 euro per ogni cittadino. Come fondazione Fedez, abbiamo lanciato venerdì una petizione online per chiedere al governo di inserire in agenda, tra le priorità di questo paese, il tema della salute mentale, un’emergenza vera e propria su cui urgono misure congrue e tempestive. In meno di 48 ore, 300mila persone hanno firmato la petizione e hanno rilanciato un messaggio semplice: la salute mentale è un diritto di tutti e tutte e tutti e tutte dovrebbero avere la possibilità di prendersi cura del proprio benessere psicologico attraverso il nostro sistema nazionale sanitario.


Oggi, purtroppo, il nostro paese dedica il 3,4% della spesa sanitaria al settore della salute mentale (con consistenti disuguaglianze regionali) e fra i trattamenti erogati dai servizi pubblici, le psicoterapie rappresentano soltanto un misero 6%. Numero bassissimo se si considera la richiesta sempre più crescente di supporto psicologico, testimoniata – tra l’altro – anche dalle richieste avanzate in occasione dell’erogazione del primo bonus psicologo. Nella petizione chiediamo che vengano stanziati fondi che vadano a sovvenzionare un sistema pubblico che consideri la salute mentale al pari di quella fisica, fornendo una presa in carico globale alle persone che necessitano assistenza. Per fare ciò è necessario pensare concretamente ad un rafforzamento dei servizi del sistema sanitario nazionale
attraverso un incremento nelle assunzioni di psicologi – basti pensare al fatto che, attualmente, vi sono solo 3,8 psicologi ogni 100mila abitanti (con una perdita di 200 unità ogni all’anno). Tale incremento permetterebbe agli psicologi di essere presenti, riuscendo ad intercettare vari tipi di malessere psicologico e ad intervenire precocemente attraverso azioni di prevenzione e non soltanto di cura. è indispensabile, infatti, che il territorio sia dotato di strutture sanitarie, scolastiche e assistenziali che riescano a rispondere adeguatamente ai bisogni della cittadinanza senza la necessità di dover servirsi del settore privato.

Non possiamo e non vogliamo considerare il prendersi cura della propria salute mentale come una possibilità rivolta solo a chi ha risorse economiche da investire. L’obiettivo della petizione è, pertanto, quello di accendere i riflettori sul tema della salute mentale, su cui il governo deve investire di più al fine di poter invertire una tendenza che rischia di mettere in pericolo la tenuta sociale del nostro paese e la salute di migliaia di persone. Ritornando al bonus psicologo, misura utile ad una transizione verso programmi strutturati è inoltre opportuno sottolineare alcune criticità applicative come, ad esempio, il fatto che ad oggi non sono ancora stati varati i decreti attuativi di tale bonus, i quali sono fermi al palo da dicembre scorso. Sappiamo che il bonus non è la risposta definitiva, ma chiediamo che la legge che lo rende strutturale sia quantomeno resa applicabile: che vengano emanati i decreti attuativi e che il bonus per il 2023 non vada sprecato.

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