Ranucci in Vigilanza Rai difende Report. Gasparri all’attacco, tira fuori cognac e carota – Il video

Il presentatore di Report interviene in commissione di Vigilanza Rai per la trasmissione sotto accusa dal centrodestra. La presa in giro dell’ex ministro, che poi assicura: «Nessuno vuole censurare nulla»

È spuntata anche una carota durante la commissione di Vigilanza Rai dopo l’intervento di Sigfrido Ranucci, convocato per parlare di Report. A mettere in piedi un piccolo show è stato il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, che è partito prendendo in giro la manifestazione organizzata dall’associazione Articolo 21. Il conduttore di Report è stato infatti accompagnato da un gruppo di sostenitori, tra cui Giuseppe Conte, prima di entrare in commissione. «Mi aspettavo più seguaci – ha detto Gasparri – è stata una mancetta di 40 persone». E ha aggiunto mostrando una bottiglietta: «Le ho portato un cognac se ha bisogno di coraggio…». Poi si è rivolto al direttore dell’Approfondimento Rai, Paolo Corsini: «Cosa pensa di un certo modo di fare giornalismo? Lei che pensa dei telefiguranti, messi di spalle, come il presunto parlamentare di Forza Italia? – ha chiesto il senatore a proposito del servizio sull’eredità di Silvio Berlusconi – Poi c’è il telericiclo, come l’inchiesta su Urso andata in onda decine di volte». A quel punto Gasparri ha tirato fuori dalla giacca una carota che avrebbe voluto regalare a Ranucci: «Qui non mangiamo nessuno. Nessuno vuole censurare nulla, tutto andrà avanti come sempre».


«Un marchio prestigioso e inossidabile della Rai»

«Report da 27 anni è un marchio prestigioso e inossidabile della Rai – ha detto Ranucci nel suo intervento – che ha realizzato approfondimento informativo, con analisi di temi politici, sociali, economici, scientifici, ambientali e tecnologici. Anche con respiro internazionale. Realizzando numerosi scoop nazionali e internazionali. Portando il nome della Rai nel mondo. In un contesto dove la notizia è merce Report è una trasmissione di approfondimento che è in grado di dettare l’agenda dell’informazione». Ha poi spiegato che, a suo avviso, il «successo della trasmissione si regge non su valutazioni ideologiche di appartenenza partitica, ma su criteri oggettivi di qualità, credibilità, attendibilità e pluralismo». Ovvero: il successo in termini di ascolti («Report nelle scorse stagioni ha realizzato il doppio se non il triplo degli ascolti di tutti gli altri programmi di approfondimento, in tutte le puntate è stata la terza trasmissione dell’intero prime time, la seconda Rai»), e i dati emersi dal sondaggio Qualitel («Report è ai primi posti da 16 anni. E negli ultimi anni si è confermato il programma televisivo italiano per eccellenza per l’approfondimento. La qualità delle inchieste, per i temi trattati, per la qualità di riprese e montaggio, per la squadra di inviati»). Valori che, ha sottolineato Ranucci, dipendono «dal lavoro straordinario di inviate e inviati, freelance o dipendenti, che hanno messo a repentaglio la propria sicurezza e quella dei propri familiari per onorare il servizio pubblico. A cui io dico grazie. A loro e a tutte le eccellenti maestranze Rai che ci hanno consentito di andare in onda con una qualità altissima».


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