Londra, aereo decolla ma alcuni finestrini sono senza vetro. Giallo sulle cause: l’ipotesi delle luci del set di un film

L’accaduto risale allo scorso 4 ottobre, ma adesso è stata aperta un’indagine sia dalle autorità inglesi che da quelle francesi

Un aereo diretto a Orlando, in Florida, è decollato dall’aeroporto di Londra Stansted senza alcuni finestrini. Nessuno si è accorto dell’anomalia fino a che il velivolo non ha raggiunto i circa tremila metri di quota: alcuni dei viaggiatori, scrive il Corriere della Sera, a quel punto hanno iniziato a lamentare temperature bassissime e un frastuono in cabina. L’accaduto risale allo scorso 4 ottobre, ma adesso è stata aperta un’indagine sia dalle autorità inglesi che da quelle francesi. Secondo le prima informazioni trapelate, tuttavia, sembrerebbe che a far saltare i vetri esterni di due finestrini, rovinando la guarnizione di un terzo (mentre un quarto sporgeva dalla fusoliera) siano state le luci di un set cinematografico «sparate» sulla fiancata dell’aereo, un Airbus A321neo che appartiene alla società Titan Airways e che ha volato in precedenza per il governo britannico.


Non si trattava di un collegamento di linea: a bordo c’erano tre piloti, un ingegnere, un responsabile del carico, sei assistenti di volo e altre nove persone, addetti del tour operator che aveva noleggiato il jet. I finestrini «appaiono aver subìto danni termici e distorsioni a causa delle elevate temperature elevate mentre erano illuminati per circa quattro o cinque ore e mezza durante le riprese il giorno prima del volo», segnalano gli investigatori. Questo perché «il velivolo era stato utilizzato per delle riprese a terra, durante le quali erano state accese luci esterne attraverso i finestrini della cabina per dare l’illusione di un’alba». «Le luci — si legge ancora — sono state accese per la prima volta sul lato destro dell’aeromobile per circa cinque ore e mezza», poi «sono state spostate sul lato sinistro, dove hanno illuminato un’area simile sul lato sinistro per circa quattro ore». «In questo caso — concludono — il danno si è manifestato a circa 10 mila metri e il volo si è concluso senza problemi, ma a una quota diversa il danno avrebbe potuto avere conseguenze più gravi».


Foto copertina: Il Corriere della Sera

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