In Uzbekistan Sergio Mattarella cita Battiato e il suo cammello in una grondaia- I video

Il Capo dello Stato: «Nell’attuale fase storica, contrassegnata da tensioni che rischiano di creare nuove fratture a livello globale, è fondamentale il valore della collaborazione culturale per costruire il futuro»

«Vivo come un cammello in una grondaia, in questa illustre e onorata società, e ancora sto aspettando un’ottima occasione per acquistare un paio d’ali e abbandonare il pianeta. E cosa devono vedere ancora gli occhi e sopportare? I demoni feroci che fingono di pregare, eppure lo so bene che dietro a ogni violenza esiste il male, se fossi un po’ più furbo, non mi lascerei tentare. Come piombo pesa il cielo questa notte, quante pene e inutili dolori». Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso del suo discorso al Politecnico di Torino a Tashkent, a margine della sua visita in Uzbekistan, ha richiamato il brano di Franco Battiato Come un cammello in una grondaia, tratto dall’omonimo album del 1991, in cui l’incipit riprende un’espressione di Al-Biruni, scienziato persiano vissuto tra il X e XI secolo e che, come spiegato da Battiato stesso, «sosteneva che la sua lingua non era adatta a disquisire di cose scientifiche».


Un testo contro ogni guerra

«Un genio universale che anticipò di alcuni secoli i grandi umanisti del Rinascimento europeo», ha osservato il Capo dello Stato, sottolineando quella «lezione così rilevante che ci parla ancora oggi, tanto da indurre – mille anni dopo – un grande musicista italiano, scomparso due anni or sono, a intitolare una delle sue composizioni ricca di sonorità religiose e spirituali: Come un cammello in una grondaia,  riprendendo un’espressione che era di Al-Biruni, e che Franco Battiato volle come incipit di un testo contro la guerra e contro la violenza. È un richiamo che allora fece, ricollegandosi a quanto, mille anni prima, questo grande genio dell’umanità aveva indicato».


Dialogo e pace iniziano a scuola

Il Capo dello Stato ha infatti rimarcato che «solamente il dialogo e la cooperazione, fondati sul rispetto reciproco e sul valore inalienabile della persona umana, in tutte le sue diverse manifestazioni potranno debellare i fantasmi che si riaffacciano dell’imperialismo e consentire di affrontare con successo i problemi che mettono a rischio l’umanità e il suo progresso, dai cambiamenti climatici, con l’estensione della desertificazione, alla transizione energetica, per assicurare opportunità di crescita alle giovani generazioni in tutti i continenti», sottolineando come «l’attuale fase storica, contrassegnata da tensioni che rischiano di creare nuove fratture a livello globale, sottolinea ancora di più il valore della collaborazione culturale come quella che si svolge a livello universitario».

Il Poli di Torino in Uzbekistan

Il Presidente della Repubblica ha dunque concluso con un’esortazione ai giovani studenti e ricercatori a non fermare i propri studi, e di arricchire il proprio ventaglio di competenze e saperi, sia sul fronte tecnico, sia su quello umanistico: «Lo scambio di saperi e di idee è stato sempre al cuore del nostro partenariato, e questa esperienza, frutto della collaborazione ormai più che decennale con una prestigiosa università italiana, il Politecnico di Torino, rappresenta una testimonianza concreta del percorso che Uzbekistan e Italia stanno affrontando assieme, con lo sguardo rivolto al futuro».

Foto e video: Quirinale

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