Indagato un collega di Anila Grishaj, l’operaia morta schiacciata da un macchinario: l’ipotesi del tragico errore umano

L’operaio avrebbe azionato il macchinario convinto che non ci fosse nessuno nell’area critica. Ancora da escludere eventuali responsabilità dell’azienda

È indagato un collega di Anila Grishaj per la morte della operaia 26enne, deceduta ieri 14 novembre dopo essere rimasta schiacciata in un macchinario per gli imballaggio, nello stabilimento di surgelati di Pieve di Soligo, in provincia di Treviso. Secondo le prime ricostruzioni della procura di Treviso, il collega della ragazza, accusato di omicidio colposo, avrebbe spinto il pulsante che ha azionato il macchinario, convinto che che non ci fosse nessuno nell’area critica. La ragazza invece si trovava in una zona considerata pericolosa, ma avrebbe escluso che quel macchinario fosse attivo. Grishaj, che lavorava nell’azienda da cinque anni, sarebbe morta dopo che il macchinario le ha schiacciato le vertebre cerebrali. Un tragico errore umano quindi secondo la procura, che non esclude al momento responsabilità da parte dell’azienda. Nelle indagini sono coinvolti gli ispettori della Spisal, l’agenzia che si occupa di prevenzione nella sicurezza sul lavoro, ai quali potrebbero presto affiancarsi consulenti esterni. Intanto la procura ha acquisito i filmati delle telecamere di sicurezza, per ricostruire più nel dettaglio la dinamica dell’incidente e definire con certezza le responsabilità sul piano della sicurezza.


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