Raffica di querele del generale Vannacci, anche Bersani nel mirino: «Aggredito verbalmente, è diffamazione»

Il legale: «Alcuni commenti di personaggi, anche molto noti, si sono manifestati in aggressioni offensive, in molti casi da parte di persone che neppure avevano letto il libro»

Il caso letterario dell’anno, Il mondo al contrario, al vertice di almeno due classifiche, quelle di vendita e quelle di polemiche generate, rischia di diventare anche un caso giudiziario. Il legale di Roberto Vannacci, l’autore del libro, ha annunciato di aver presentato delle querele per diffamazione in seguito ad «alcune aggressioni verbali» ricevute dal suo assistito. Nel mirino c’è anche Pier Luigi Bersani. L’avvocato Massimiliano Manzo ha fatto anche intendere che si tratta solo «delle prime querele», al quale ne seguiranno, evidentemente, delle altre. «Alcuni commenti di personaggi, anche molto noti, si sono manifestati in aggressioni offensive, in molti casi da parte di persone che neppure avevano letto il libro”e tali invettive non rientrano nel diritto di critica, ma integrano un tipico caso di diffamazione», ha affermato. Riguardo alla diatriba con Bersani, il generale si sentirebbe leso nel suo onore perché dal palco della Festa dell’Unità il politico l’ha definito «coglione». La diffamazione sarebbe ravvisata anche nel momento in cui Bersani, «per schernire e attaccare Vannacci», gli avrebbe attribuito la volontà di voler aprire metaforicamente un bar «dove puoi dare dell’invertito a un omosessuale, dove puoi dare del negro a un nero, dove puoi dire a un ebreo “sì la Shoah, ma non esagerare”…». Secondo il legale, la diffamazione si sostanzierebbe «nell’attribuire una presa di posizione gravissima ragionando per mero “sentito dire”, senza conoscere effettivamente il pensiero del querelante».


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