Finale di Coppa Davis, all’Italia il primo match: Arnaldi batte Popyrin 7-5, 2-6, 7-5

Il 22enne di Sanremo conquista il primo punto per l’Italtennis. Ora in campo Sinner

Matteo Arnaldi conquista il primo punto per l’Italia nella finale di Coppa Davis contro l’Australia. Dopo aver conquistato il primo set e aver buttato via il secondo, sembrava che l’italiano avesse perso il ritmo, ma contro Popyrin è riuscito a chiudere con un 7-5, 2-6, 7-5. Con uno Jannik Sinner così, è difficile dire che l’Italia è sfavorita nella finale di Coppa Davis. Certo è che l’Australia, dall’altra parte della rete, ha nel suo palmares 28 insalatiere, contro l’unica vinta dagli azzurri nel Cile del dittatore Pinochet. Era il 1976. L’ultima finale disputata dall’Italia, invece, risale a 25 anni fa. La squadra capitanata da Filippo Volandri, a Malaga, sfida gli aussie guidati da Lleyton Hewitt. Il primo match dell’ultimo atto che va in scena oggi, 26 novembre, lo giocano Matteo Arnaldi, numero 44 del ranking Atp, contro Alexei Popyrin, numero 40. Il primo set, caratterizzato dai molti errori non forzati di entrambi i giocatori, finisce 7-5 per l’italiano. Scongiurato il tie-break, nel secondo set il 22enne di Sanremo parte male e non riesce a dare continuità al suo gioco: 2-6 per Popyrin e il primo incontro, dunque, si decide al terzo set. Che inizia dopo il rientro di Arnaldi in campo, dopo un passaggio negli spogliatoi.


«Il punto più importante della mia carriera»

Alla battuta, Arnaldi si trova sempre nelle condizioni di dover annullare uno o due break all’avversario. Ma riesce a portarsi sul 6-5 e strappare la battuta nel game più importante. Ora tocca a Sinner, che sfida de Minaur: l’italiano ha vinto tutti e cinque i precedenti giocati in campo. Infine, il doppio vedrà confrontarsi il duo Sinner-Sonego contro gli specialisti Purcell-Ebden. «Sono contento dell’emozione provata, è stato sicuramente il match più importante della mia carriera. Non ho giocato la mia migliore partita ma sono contento di averla portata a casa», ha detto alle telecamere subito dopo il singolare.


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