Filippo Turetta e la sua prima notte in carcere sorvegliato a vista. «Quando posso vedere i miei genitori?»

Le richieste del giovane e le sue prime 24 ore in Italia. Trovato accanto al corpo di Giulia un libro di fumetti per bambini

Filippo Turetta ha passato la sua prima notte in carcere a Verona, precisamente nella struttura di Montorio, cinquecento detenuti per 350 posti. Il 22enne accusato di aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin è atterrato a Venezia dalla Germania su un Falcon 900 dell’Aeronautica militare, scortato dalle forze di polizia. Con polsi e piedi legati. Repubblica oggi parla di un ragazzo silenzioso, rassegnato. Nessuna lacrima. Ascolta molto, chiede poco. La prima cosa che ha chiesto è stata: «Quando posso vedere i miei genitori?».


Turetta e la prima notte in carcere in Italia

Al ragazzo per precauzione vengono levati elastici di tuta e scarpe. Non mangia, ma in cella si poterà un cestino di cracker, la crostata, un succo. Turetta, spiega Repubblica, è un detenuto classificato «a grande sorveglianza». Mai perderlo di vista, potrebbe farsi o fare del male. I prossimi tre giorni li passerà in un’area isolata dagli altri detenuti, in cella con un compagno che è dentro per reati altrettanto gravi. La stanza, piccola, contiene due letti, un tavolo, due sgabelli, un mobiletto, il bagno, niente tv e una finestrella con le grate. Il cibo viene portato in cella. Colazione alle sette e mezza, pranzo alle dodici, cena alle diciotto. Giovanni Caruso, avvocato di fiducia di Filippo, oramai l’unico che ha, ieri all’uscita del carcere ha dichiarato: «È molto provato, disorientato, anche se con lui sono riuscito ad avere un’interlocuzione accettabilmente comprensibile ed è in condizioni di salute accettabili». Martedì prossimo la gip Benedetta Vitolo interrogherà Turetta che potrebbe anche avvalersi della facoltà di non rispondere. il 22enne rischia l’ergastolo qualora gli venisse contestata la premeditazione. Adesso, dopo il suo arrivo, è attesa la sua Fiat Grande punto nera.


Giulia Cecchettin e il libro di fumetti per bambini

II Corriere della Sera oggi entra nel merito delle indagini. Il ragazzo dovrà spiegare gli oggetti utilizzati per evitare l’aggravante della premeditazione: ovvero il nastro adesivo con cui le avrebbe legato le mani e tappato la bocca a Giulia, acquistato un paio di giorni prima online, e i sacchi neri con cui ha coperto il corpo, oltre ai due coltelli. Dopo l’autopsia si capirà anche se c’è l’aggravante della crudeltà (legata alla successione delle coltellate subite dalla ragazza), così come quella dei «motivi futili e abietti» chiesta dal legale della famiglia Cecchettin, Nicodemo Gentile. Nel burrone, oltre al corpo di Giulia, fazzoletti intrisi di sangue e i sacchi neri c’era anche un libro, un volume di favole per bambini a fumetti. Il Corriere riporta il reperto accanto al corpo della giovane. Il volume si intitola «Anche i mostri si lavano i denti», è scritto da Jessica Martinello. Forse era già di Giulia o un regalo macabro, prima della morte.

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