Filippo Turetta ha incontrato il suo avvocato in carcere: «È molto provato e disorientato». Martedì l’interrogatorio di garanzia

Il legale Giovanni Caruso: «Non abbiamo parlato della tragedia, qui è assistito e protetto adeguatamente»

Dopo il via libera della Germania all’estradizione e il suo arrivo in Italia, Filippo Turetta è «molto, molto provato e disorientato». A dirlo è Giovanni Caruso, il legale del ragazzo di 22 anni accusato di omicidio volontario aggravato in relazione all’uccisione della 23enne Giulia Cecchettin. Oggi, sabato 25 novembre, Turetta è arrivato nel carcere di Verona, dove ha incontrato il suo avvocato. I due, ha fatto sapere il legale, hanno avuto «un’interlocuzione accettabile» ma non hanno affrontato «il merito della tragedia». Martedì prossimo, Turetta sarà sentito in carcere dai magistrati per l’interrogatorio di garanzia. «Lunedì – ha detto Caruso ai giornalisti – conto di avere accesso agli atti del fascicolo processuale, in modo da poter estrarne copia e predisporre le valutazioni al fine della difesa tecnica». Per quanto riguarda invece le procedure in carcere, il legale ha fatto sapere che Turetta «è stato sottoposto a visita medica, a prelievi ematologici, a un’indagine di carattere psichiatrico per escludere eventuali rischi di tipo autolesionistico». Alla fine degli accertamenti, le condizioni del ragazzo sono state definite «accettabili».


L’incontro con l’avvocato

I tempi per un colloquio, ha aggiunto il suo avvocato, «non ci sono stati», anche perché l’ordinanza di custodia cautelare è arrivata solo questa mattina. Nella breve conversazione avuta oggi, Turetta «non ha detto sostanzialmente nulla, non abbiamo affrontato i dettagli». Caruso ha poi spiegato: «Di fronte a una vicenda così drammatica e tragica c’è stato un momento di presentazione reciproca, che è indispensabile sul piano umano prima ancora che tecnico». All’uscita del carcere di Montorio a Verona, il legale ha voluto comunque rassicurare sulle condizioni di Turetta, che è «adeguatamente assistito e protetto in un carcere di grande sicurezza, tranquillo anche dal punto di vista della sorveglianza contro atti e situazioni suscettibili di degenerare». Non è chiaro se il 22enne si trovi insieme ad altri detenuti o nella sezione del carcere riservato ai detenuti accusati di reati a «forte riprovazione sociale». In ogni caso, Turetta sarà sorvegliato 24 ore al giorno, anche per evitare gesti autolesionistici.


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