Roberto Formigoni e i consigli contro il patriarcato (che per lui è letteralmente scomparso): «Quello che manca è un’educazione all’amore»

L’ex governatore della Regione Lombardia, scrive su Libero un suo pensiero in merito all’assassinio di Giulia Cecchettin

Oggi Roberto Formigoni, ex governatore della Regione Lombardia, scrive su Libero un suo pensiero in merito all’assassinio di Giulia Cecchettin e sulle opinioni scaturite, incluse le manifestazioni, in merito all’ennesimo femminicidio. «Si è cercato di indicare nel “patriarcato” che ancora vivrebbe nel nostro Paese la causa fondamentale. Patriarcato eguale famiglia tradizionale, eguale presenza di un’autorità familiare esercitata dall’uomo, e violenza sulle donne costrette alla sottomissione: è questa l’equazione sostenuta da chi, alla fine di questo percorso strampalato, indica nella cultura del governo di centrodestra il responsabile ultimo di quanto accaduto».


«Il patriarcato? Resiste solo in alcune famiglie di immigrati»

«Patriarcato? Ammesso e non concesso che la famiglia patriarcale sia quella descritta sopra, in Italia la famiglia patriarcale è letteralmente scomparsa da quasi un secolo, semmai sopravvive in
alcune fasce di immigrati soprattutto musulmani: ricordiamo l’uccisione di Saman Abbas, la ragazza pakistana uccisa dai genitori e familiari a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, perché voleva vivere e vestirsi da occidentale». Formigoni poi cita la classifica di omicidi di donne nei paesi europei, dove svetta la Lettonia, con 4,12 donne uccise per 100mila abitanti nel 2018, seguita da 25 paesi dell’UE in una classifica che vede l’Italia al 26º posto, con 0,43 donne uccise per 100mila abitanti. Io penso – precisa – che una causa più vera sia il degrado dei rapporti interpersonali cui assistiamo da tempo, e la banalizzazione dei rapporti sessuali. Questi sono ormai visti come sganciati dalla prospettiva di un’unione stabile, come puro godimento temporaneo, come possesso dell’altra persona, che ovviamente si considera sia dovuto. E quando l’altra dice no, scatta la reazione violenta di chi si vede sottratto qualcosa che ritiene suo». E ancora: «Io penso che quello che manca sia un’educazione all’amore, che è desiderio ma nel rispetto della libertà altrui, e non è mai pretesa di possesso perché è dono».


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