Padova, due panchine rosse in memoria di Giulia nella sua Università. Il padre: «Ognuno di noi può fare qualcosa contro la violenza sulle donne»

Il discorso di Gino Cecchettin agli studenti presenti: «Mia figlia non me la ridà nessuno, ma dalla sua morte voglio nascano tante belle iniziative»

Era presente anche Gino Cecchettin all’inaugurazione delle due panchine rosse contro la violenza sulle donne installate negli spazi esterni del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione all’Università di Padova dove studiava sua figlia, Giulia, uccisa la sera dell’11 novembre dall’ex compagno Filippo Turetta. «Non potevo esimermi dall’essere qui dove Giulia ha passato gli ultimi anni di studio; anch’io – ha detto Cecchettin intervenendo davanti a centinaia di studenti raccolti nel cortile dell’Ateneo – sono un ex studente della facoltà, non sono riuscito a completare il percorso, per questo invito ed esorto gli studenti a tener duro e andare avanti, altrimenti avrete un rimorso molto grande per tutta la vita. Però oggi siamo qui, per Giulia, e dobbiamo ricordare che da questo tragico evento deve nascere qualcosa». Rivolto ai presenti, il padre di Giulia Cecchettin ha poi ricordato come «ognuno di voi sta cercando di capire cosa è mancato a tutti i livelli, dai docenti agli studenti, ai genitori, perché – ha confidato – anche io mi faccio delle domande, e magari confrontandoci, cerchiamo di capire cosa si può fare, trovare un protocollo, un modo per poter sradicare la violenza, in particolare la violenza sulle donne». Per Cecchettin «vanno bene i messaggi che state dando, vanno bene il silenzio, il rumore, ma quelli poi finiranno, quindi io voglio che tutti i giorni ognuno di noi guardi nella propria vita cosa fare per migliorarla, non nei propri confronti ma nei confronti della persona amata, delle persone vicine, degli amici e soprattutto delle donne. Questo mi sento di dire dal cuore, io mi muoverò perché qualcosa positivo nasca. Giulia non me la ridà nessuno, ma dalla morte di Giulia voglio far nascere tante belle iniziative», ha concluso. 


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